Yield 25: Jeff Ament e Stone Gossard parlano di tutte le canzoni del quinto album dei Pearl Jam

Jeff Ament e Stone Gossard parlano di tutte le canzoni contenute in Yield, il quinto album in studio dei Pearl Jam pubblicato il 3 febbraio 1998.

Can you believe it’s been 25 years since the release of Yield?

Così inizia la trasmissione per l’anniversario dei 25 anni di Yield trasmessa in esclusiva su Pearl Jam radio da SiriusXM.

Di seguito trovate la trascrizione di alcuni momenti della trasmissione in cui Jeff Ament e Stone Gossard parlano del passato “come fanno gli anziani” (Cit. Stone Gossard!) e raccontano canzone per canzone aneddoti ed impressioni sulla realizzazione del quinto album in studio della band.

Jeff: Quando penso a Yield penso al momento migliore di Jack Irons, fare questo disco è stato molto divertente, Ed ci aveva chiesto più coinvolgimento ed eravamo tutti molto eccitati all’idea di scrivere canzoni complete.

Stone: Abbiamo registrato l’inizio agli studi Litho e poi abbiamo finito ai Bad Animals con l’aiuto di Brendan (O’Brien).

Jeff: Spesso registravano così, per due o tre settimane di seguito, poi prendevamo una pausa e poi completavamo il tutto.

1. Brain of J.

Stone: È una canzone di Mike, (registrata agli studio Litho) fantastica, una bellissima canzone rock, anche la batteria pazzesca e le armonie che cambiano tra il ritornello e le strofe è incredibile, anche il testo per noi era una novità in quanto Ed era sempre stato molto più introspettivo fino a quel momento invece quello era un personaggio reale fuori dalla sua visione personale.

Jeff: Mi viene sempre in mente la canzone dei Misfits Bullet in cui c’è JFK (mentre viene assassinato), c’è anche un t-shirt con lo stesso disegno.

2. Faithful

Jeff: è una delle canzoni preferite dai fan che si vedono e definiscono come the Faithful, il riff è di Mike.

Stone: Tutta la canzone è di Mike, ricordo che la canzone era arrangiata in maniera assolutamente non tradizionale ma che era cosi bella che mi chiedevo se forse non avremmo dovuto darle una struttura più tradizionale, darle un ritornello potente anche alla fine. Sono contento che alla fine non abbiamo fatto nulla e l’abbiamo lasciata cosi com’è. Anche il testo è meraviglioso, probabilmente questo è l’ultimo disco in cui abbiamo potuto permetterci di essere più spontanei, non rifiniti, sperimentali, non c’è troppa sovra produzione, sono contento sia rimasto così perché ci da la possibilità di essere così liberi anche tuttora nei live.

Jeff: Nell’album ci son molti stili di arrangiamento, diversi temi, mi piace molto che non abbiamo ragionato troppo sugli arrangiamenti.

Stone: Un produttore sbagliato avrebbe fatto scrivere altre canzoni, avrebbe detto che queste erano demo o b-side, le avrebbe rese meno disordinate, fortunatamente non è successo.

Jeff e Stone scherzano dicendo che Desmond Child, il produttore fra gli altri anche degli Aerosmith, avrebbe bocciato Faithful così com’era.

3. No Way

Jeff: Ancora non ho capito quando devo entrare dopo il bridge.(!!!) La ascolto spesso perché ogni tanto la mettiamo nella setlist e io non la so suonare! Sto li a contare le 17 battute prima che rientri il basso! E’ una delle canzoni più difficili da suonare live, sono contento non la suoniamo mai. Sia questa che DTE sono state incise agli Studio X, a disco finito, io non c’ero nemmeno!

Stone: Credo la canzone nasca principalmente dal fatto di essere lasciato a me stesso con il loop, credo sia un esperimento, volevo vedere se riuscivo a comporre una canzone dall’inizio alla fine. Questo è un bel disco da ascoltare perché è pieno di umanità, ci siamo noi che individualmente cerchiamo di farlo funzionare, e rimaniamo imperfetti mentre lo facciamo.
Il fatto che sia la canzone numero 3 è pazzesco, le tracklist è folle, ora non metteremmo mai le canzoni in questo ordine!

4. Given To Fly

Stone non si aspettava che sarebbe diventata così importante per la band, è parte delle canzoni che sono spesso nella setlist, che “dobbiamo” suonare. Gossard aggiunge che un produttore diverso l’avrebbe riarrangiata e che non si sarebbe mai immaginato l’impatto che avrebbe avuto sui fan.

Jeff: Live è sempre stata più veloce e con un energia diversa forse è anche questo uno dei motivi per cui è cosi amata live. Ed è pieno di speranza, positivo quando la canta. L’abbiamo anche suonata alla Rock and Roll Hall Of Fame per farvi capire quanto è importante per noi.

5. Wishlist

Jeff: Ricordo che la prima volta che l’abbiamo provata Brendan ha fatto uscire tutti dalla stanza, sono rimasti solo Ed e Jack. Io volevo seguire la melodia di Ed ma Brandon non ha voluto farmi partecipare, disse “andatevene e tornate tra venti minuti”. Brendan pensava fosse la hit dell’album.

Stone: Volevamo sempre essere cosi creativi e volte non serviva, è una lezione che abbiamo imparato molto lentamente.

Jeff: Il bello di questo disco è che non era importante che tutti suonassero tutte le canzoni.

Stone: La canzone live, all’aperto, è magica, quasi fiabesca, come un racconto per bambini, anche l’outro è fantastica.

6. Pilate

Secondo Stone è una canzone “con un tipico arrangiamento alla Jeff Ament”, Stone pensava che sarebbe stata la vera hit dell’album. Jeff è cresciuto cattolico quindi è sempre stato affascinato da quella parte di storia, dal fatto che Pilato avesse empatia nei confronti di Gesù. Jeff cita Il Maestro e Margherita come fonte di ispirazione per la canzone, cerca di immaginare la discussione che hanno avuto Pilato e Gesù, inoltre immagina come Pilato abbia vissuto dopo aver avuto la responsabilità di uccidere Gesù Cristo. Stone gli chiede del cane del ritornello e Jeff, sempre traendo ispirazione da Il Maestro e Margherita in cui c’è un cane nella scena, risponde che immagina Pilato come molto solo, e lui era single a quel tempo e si immagina anche lui solo, con un cane. Quindi Pilate è una canzone d’amore afferma Stone.

7. Do The Evolution

Jeff vuole presentarla perché è la più grande hit dell’album, ma lui non l’ha suonata e quindi passa la parola a Stone, ma Stone non è sicuro di aver suonato il basso, dice che il basso l’ha suonato Ed.(!) Jeff ricorda che Brendan gli chiese se lo volesse suonare e lui rispose che no, era già perfetto così. “Il bello è che non avevamo tutti bisogno di essere sempre presenti in ogni canzone, eravamo liberi di dire no, va bene così, non serve che ci sia”.

Stone: Magari c’erano canzoni migliori e mi sorprende sempre che la suoniamo così spesso perché ha tanti “difetti”, o la ami o la odi.

Jeff: Ed diventa un personaggio unico quando la canta, è un personaggio che esce fuori solo in quel momento.

Stone: Il nostro cantante potrebbe essere il migliore in assoluto ad interpretare così bene diversi punti di vista e ad usare la sua voce in modo da creare più personaggi che non suonano scontati o falsi. Complimenti a Eddie e grazie per rendere il nostro lavoro così semplice.

8. Red Dot

Stone non ricorda che canzone sia, Jeff ricorda che è una creatura di Jack Irons.

Stone: Jack Irons era molto ispirato durante questo album, questa base avrebbe potuto diventare una canzone meravigliosa.

Stone dice che Jack era un membro perfetto della band, generoso e sempre aperto a sperimentazioni, sempre pronto a portare del suo e aggiungere anche cose molto insolite, era molto bello lavorare con lui. “Tanto di cappello a Jack Irons”.

9. MFC

Jeff: Anche detta Matt Fucking Cameron (lol) anche se Matt non c’è nel disco, significa Mini Fast Car ma mentre la registravamo non lo sapevo perché Ed era sempre così misterioso a proposito dei testi, dovevamo indagare. E’ una canzone molto divertente da suonare, una volta che la capisci, il basso fa proprio il suono di una Mini Fast Car.

Stone: Mi sembra fosse dell’epoca dei Self Pollution Radio, quando Ed si muoveva da solo col van tra uno show e l’altro.

10. Low Light

Stone: un altro splendido arrangiamento di Jeff Ament, testo meraviglioso, la suoniamo tanto, ci apriamo i concerti, ha un vibe unico, a volte Ed tende ancora ad esplorarla e a modificarla nonostante siano tanti anni che la canta, alcune canzoni le canta senza mai deviare dall’originale, invece questa sì, è chiaro che ha un significato profondo sia per lui che per i fan. Ai tempi forse se l’avessimo resa meno complicata sarebbe stata una super hit, ma col senno di poi è meglio averla lasciata così com’era con qualche nota “in più” e ne sono molto felice ora.

Jeff: Mike venne in Montana per registrare il demo e la chitarra che si sente è quella registrata in Montana perché non siamo più riusciti a ripetere quel vibe.

Stone: Dicci qualcosa delle parole.

Jeff: L’ho scritta letteralmente in mezz’ora, avevo appena conosciuto Pandora, è una canzone d’amore e quando la suoniamo è bello ritornare con la mente a quei momenti, quasi da luna di miele.

Stone: E’ un classico e adoro suonarla.

11. In Hiding

È una canzone di Stone, tutta sua, l’ha scritta in Europa, in Germania o Austria.

Stone: Avevamo uno show all’aperto, avevo passato tanto tempo in camera a fumare erba, ha un approccio più classico quasi alla Zeppelin, è melodica e poi aumenta di ritmo. Ed ci ha aggiunto un bellissimo testo, è una canzone completa. Non la suoniamo molto spesso, forse ogni 4/5 concerti.

Jeff: Faithful (scritta da Mike) e questa canzone sono sorelle, è incredibile che le abbiate scritte separatamente ma contemporaneamente hanno un’atmosfera molto simile, la batteria è fantastica in entrambe e le parole di Ed sono simili. Ed soprattutto in quel momento aveva bisogno di allontanarsi dai numeri e dalle persone e godersi la solitudine.

12. Push Me, Pull Me

Jeff: La prima volta che l’abbiamo provata mi chiedevo se tutti fossero fumati tranne me, me ne sono andato incavolato per un po’ e poi sono tornato rassegnato. Doveva essere una canzone veloce alla Police, ma è diventata altro. Stone la ama molto. Non la suoniamo mai live ma una delle ultime volte finalmente l’abbiamo suonata bene grazie anche a Matt Cameron.

13. All Those Yesterdays

Jeff: La mia canzone preferita in assoluto di Stone Gossard, cosa fumavi in quel periodo? E’ così bella!

Stone: È una canzone a proposito del lasciar andare, abbandonare le aspettative, è malinconica. A volte è un sollievo avere quei momenti. Era un invito a rimanere nel momento, a non sprecare troppo tempo a pensare a ieri e a non prendere le cose troppo sul serio. Se ricordo bene Flea mi aveva invitato a casa sua in Australia, e lui dice che gliel’ho rubata, non credo di averlo fatto, forse avrei potuto, non so nemmeno quale stesse scrivendo ma comunque… mi dispiace Flea, non volevo… inoltre non suona affatto come una canzone dei RHCP!

Jeff ama suonare quella linea di basso. 10/15 anni fa, parlando col cantante degli Strokes gli dissi che amavo la canzone Is This It e lui mi disse che avevano chiesto al bassista di imparare la linea di basso di All Those Yesterdays usare quella (!)….Stone era veramente entusiasta di quel basso perché la canzone è quasi monotona e serviva qualcosa che la movimentasse un pò.

Stone: Sono contento sia stata scelta per il disco e ne sono molto soddisfatto, non sarebbe la stessa canzone però senza il basso di Jeff.

Jeff: Anche l’outro è tipica di Stone, molto bella.

Stone: Amo questo disco e dopo 25 anni è diventato un classico, non me lo aspettavo proprio ai tempi.

Jeff: E’ stato uno dei dischi più felici che abbiamo registrato come band, sicuramente siamo arrivati ad un punto di svolta e siamo diventati molto più tolleranti l’uno con l’altro.

La trasmissione si conclude con un “Love you my friend, Jeff”, “Love you Stone” che ci lascia consapevoli del privilegio di aver potuto assistere al dispiegarsi di più di trent’anni di amicizia. In cui Yield è solo un altro incredibile capitolo.

Stone & Jeff, we love you too.