Gigaton: la descrizione delle canzoni del nuovo album dei Pearl Jam

Tra due settimane esatte sarà pubblicato Gigaton, il nuovo album dei Pearl Jam. Nell’attesa, vi proponiamo una descrizione track by track di ogni brano presente nel disco.

WHO EVER SAID

La traccia di apertura di Gigaton, introdotta da suoni ambientali. Una canzone rock, diretta, nella quale Eddie ripete più volte la frase: “All the answers will be found in the mistakes that we have made”. C’è un grande assolo di Mike McCready che ricorda certe atmosfere new wave. Alcuni l’hanno paragonata a Brain Of J., altri, come Jonathan Cohen (biografo del gruppo), a Breakerfall e Insignificance.

SUPERBLOOD WOLFMOON

E’ il secondo singolo tratto dal nuovo album dei Pearl Jam: un viscerale brano garage rock, la sorella maggiore di Johnny Guitar. Noi l’abbiamo video recensita qui.

DANCE OF THE CLAIRVOYANTS

Il primo singolo estratto da Gigaton, disponibile dallo scorso gennaio. Tra atmosfere new wave e post-rock, uno dei pezzi dei Pearl Jam che ha fatto più discutere i fan del gruppo. Noi l’abbiamo adorata sin da subito e l’abbiamo pure video recensita qui.

QUICK ESCAPE

In molti l’hanno definita come uno pezzi migliori del nuovo album. Musica di Jeff Ament, testo co-scritto dallo stesso Ament con Vedder. Parla di lasciare il pianeta terra a causa del danno ambientale per andare a vivere su Marte. Eddie menziona il presidente americano Donald Trump, “Crossed the border to Morocco/ Kashmir then Marakesh/ The lengths we had to go to then/To find a place Trump hadn’t fucked up yet”. Non solo, cita anche Zanzibar, la città Natale di Freddie Mercury. Il biografo del gruppo ha riportato che ci sono elementi nella canzone che possono riportare alla memoria Deep e Blood. Altri parlano di un suono alla Audioslave.

ALRIGHT

Una ballata dove la voce di Eddie la fa da padrone. In Alright si parla del fatto che “domani ci saranno sempre nuove opportunità”, ma che a volte va bene anche essere soli, avere segreti, tenere alcune cose per se stessi e di fuggire da ogni cosa. Una ballata oscura, con alcuni punti in comune con Parting Ways.

SEVEN O’CLOCK

Una lunga ballata meditativa, musicalmente simile a certe cose dei Pink Floyd. Quando Eddie inizia a cantare il primo verso, “Seven o’clock in the morning, got a message from afar…”, ricorda da vicino Bruce Springsteen e la sua Racing in the Streets. Da segnalare che nell’ultimo minuto della canzone, Eddie usa il falsetto. In Seven O’clock, Jonathan Cohen ci ha sentito qualcosa di Light Years.

NEVER DESTINATION

Un pezzo punk rock, veloce e diretto. Può ricordare certe cose alla Replacements o alla Hüsker Dü, Cohen ha trovato somiglianze con pezzi come Gods’ Dice e Green Disease, altri l’hanno accostata a M.F.C.

TAKE THE LONG WAY

La parte musicale è stata scritta da Matt Cameron, può infatti ricordare la potente No Attention dei Soundgarden. Nel coro della canzone, Eddie urla: “Always take the long way, that leads me back to you”. Curiosità: ai cori è presente Meagan Crandall delle Lemolo.

BUCKLE UP

L’unico pezzo di Gigaton scritto interamente da Stone Gossard (testo e musica). Buckle Up è una rarefatta ballata acustica che può ricordare da vicino We Walk dei R.E.M., canzone presente nel debutto del gruppo di Athens. Jonathan Cohen l’ha paragonata a Low Light.

COMES THEN GOES

Il momento più Into The Wild di Gigaton. Comes Then Goes, paragonata da alcuni a certe canzoni di Pete Townshend, è una lunga ed evocativa ballata acustica dove Eddie canta “Don’t know where or when one of us left
the other behind” e cita direttamente il suo gruppo preferito: gli Who (“… but the kids are alright”).

RETROGRADE

Retrograde fa parte delle prime session del gruppo per il nuovo album, tenute a Seattle nel 2017. Una potente ballata che può ricordare tanto Sirens, quanto gli struggenti lenti dei R.E.M. Jonathan Cohen l’ha paragonata a Yellow Moon.

RIVER CROSS

Già suonata da Eddie nei suoi recenti concerti in solista (è successo anche a Firenze lo scorso giugno), è uno dei migliori finali di album della produzione Pearl Jam. In molti l’hanno paragonata a certe canzoni di Peter Gabriel. La voce di Eddie emoziona dal primo all’ultimo momento. “I want this dream to last forever.”