Tutti i segreti dell’artwork Backspacer, il nono album in studio dei Pearl Jam.
Cosa si nasconde dietro alle immagini di copertina di Backspacer?
Foto: Soulfire@RM – Grazie a Red Mosquito e pearljam.com.
#1 – Jeff Ament: “Alcune illustrazioni si riferiscono a canzoni dell’album e per cinque di loro Tom Tomorrow ha lavorato direttamente con noi. È stato molto forte. Ha creato delle illustrazioni basate sui nostri ricordi d’infanzia. Gli abbiamo spedito foto o descritto i nostri sogni di quando eravamo piccoli, si è ispirato a quelli. Il mio sogno è quello del treno nella prima immagine in alto a sinistra. Quando ero piccolo avevo questo sogno ricorrente in cui vivevo vicino ai binari e quello che si diceva era che se andavi troppo vicino ad un treno in movimento si sarebbe creato un vuoto d’aria e saresti stato risucchiato sotto le ruote. Ho avuto molti incubi su questa cosa. In questi incubi il treno era infuocato e mi inseguiva per tutta la città, senza che io riuscissi a sfuggire.” (Dal magazine olandese OOR – thanks to RM forum). Osservando la copertina di Spin del Settembre 2009 con l’illustrazione disegnata da Tom Tomorrow (LINK), alla luce delle parole di Jeff è in effetti possibile creare dei collegamenti tra i cinque membri della band da adulti e le illustrazioni corrispondenti ai loro ricordi e sogni da bambini.#2 – Modellino che riproduce l’anatomia umana (a sinistra), usato anche dall’artista Damien Hirst per creare una celebre scultura, chiamata “Hymn’ (a destra). Nella rielaborazione grafica di Tow Tomorrow, dietro il modellino si staglia l’ombra di una falce che oscilla, immagine di solito simbolicamente associata alla morte. La figura della morte infatti è nota a molti con il nome di Tristo Mietitore o Sinistro Mietitore e Cupo Mietitore (in inglese Grim Reaper).
#3 – Composizione di due poster di un mago, Howard Thurston, veramente vissuto negli Stati Uniti tra la fine dell’800 e i primi del ‘900. Il primo poster raffigura un teschio da cui fuoriescono elementi spettrali (tra cui, stranamente, anche un tamburello) e a cui Tom Tomorrow ha aggiunto ulteriori elementi come occhi e altre figure femminili. Anche il cilindro è un’aggiunta di Tom Tomorrow. Potrebbe rappresentare un sogno o un ricordo d’infanzia di Eddie Vedder.
#4 – In mancanza di riferimenti certi, potrebbe essere un’altra rappresentazione di un sogno o di un ricordo d’infanzia (forse di Mike McCready?). C’è un bambino che sembra guardare dentro ad un acquario, all’interno del quale c’è una nuotatrice che danza in un paesaggio sottomarino con tre pesci e una tartaruga (riferimento alla tartaruga Backspacer ‘adottata’ dai Pearl Jam? LINK) e in cui si può distinguere chiaramente anche lo skyline di Seattle con lo Space Needle.
#5 – Rielaborazione grafica della foto di un vero cervello umano conservato allo Science Museum di Londra.
#6 – Immagine che celebra la prima “passeggiata nello spazio” di un astronauta americano, Edward Higgins White II, nel 1965. Nella rielaborazione grafica di Tom Tomorrow, l’astronauta è diventato un batterista spaziale. Sogno o ricordo d’infanzia di Matt Cameron?
#7 – Altro sogno/ricordo d’infanzia (di Stone Gossard, con ogni probabilità). Il robot è lo stesso di “Lost in Space”, serie televisiva americana di fantascienza degli anni Sessanta. Anche l’uomo con il cappellino e la maglietta rossa con colletto bianco è il personaggio di una serie Tv di quegli anni (“L’isola di Gilligan”), però con il volto del mago Thurston della foto N.3. La persona che compare nello schermo televisivo sulla testa del robot è la stessa di un ritratto incorniciato avvistato nella sala prove dei Pearl Jam a Seattle: si tratta di una foto di Stone Gossard da ragazzo, elemento che avvalora l’ipotesi che questa illustrazione si basi proprio sui suoi ricordi.
#8 – Altra composizione. La copertina è quella di un disco di Johnny “Guitar” Watson, chitarrista pimp-blues americano (la canzone “Johnny Guitar” pare sia stata ispirata a una foto di copertina di un suo album appesa sul muro del bagno della sala prove della band), mentre le gambe femminili al centro sono quelle di Raquel Welch nel film “Un milione di anni fa”. Le gambe e il bikini sulla destra sono invece quelli di Ursula Andress nel film “Agente 007 – Licenza di uccidere”.
#9 – Il 1 Maggio 1947, Evelyn McHale si suicidò gettandosi dall’osservatorio dell’Empire State Building di New York. Il fotografo Robert Wiles scattò questa foto pochi minuti dopo la sua morte. Dopo qualche settimana la foto fu pubblicata sul magazine Life, accompagnata da questa descrizione: “In un giorno di Maggio, dopo aver lasciato il suo fidanzato, la 23enne Evelyn McHale scrisse una nota (“Starà molto meglio senza di me… non potrei mai essere una buona moglie per nessuno”), poi salì fini all’ultimo piano dell’Empire State Building. Guardò la strada, 86 piani sotto, attraverso la foschia. Poi saltò, finendo il suo volo su una limousine parcheggiata sotto. Camminando lungo la strada, lo studente di fotografia Robert Wiles sentì un botto, come un’esplosione. Quattro minuti dopo la morte di Evelyn McHale, Wiles scattò questa foto in cui si colgono la violenza della morte e la sua compostezza. Questa foto ha ispirato anche un lavoro di Andy Wahrol, Suicide (Fallen Body) (LINK).
Booklet
Rappresentazione visiva del più noto paradosso uditivo, quello di Shepard, dove una sequenza ripetuta continua o discreta di toni disposti in modo particolare può sembrare una sequenza ascendente o discendente infinita. Questa è un’illustrazione del paradosso di Shepard sintetizzato da Jean-Claude Risset. È come se coppie di suoni stessero avanzando sulla scala, ma in realtà la coppia di partenza è la stessa della coppia di chiusura. Mettendo questo esempio in loop continuo, dovrebbe essere impossibile dire dove il campione comincia e dove finisce. (FONTE)
Il “Vacanti mouse” (dal nome del suo creatore, Dr. Charles Vacanti) è un topo di laboratorio con una struttura sulla schiena che ricorda un orecchio umano. Il topo è stato creato nel 1995 per dimostrare la possibilità di sviluppare strutture in cartilagine da trapiantare su pazienti umani. L’orecchio era in realtà una struttura di cartilagine a forma di orecchio ottenuta coltivando cellule di cartilagine di mucca (non c’è mai stato nessun tessuto umano utilizzato) in una muffa biodegradabile a forma di orecchio (FONTE).
Modellino che riproduce il ciclope di “Lost in Space”, serie televisiva americana sci-fi degli anni Sessanta. Nel booklet del disco, il ciclope brandisce un televisore al posto del masso (l’identità dell’uomo che compare sullo schermo è invece ignota, ma potrebbe trattarsi di un personaggio televisivo americano).