News – Novembre 2003

Tratto dal Mucchio Selvaggio N° 557, in edicola da martedi’ 2 dicembre 2003 (si ringrazia Marcella M. & la redazione del “Mucchio”):

Pearl Jam
Gli ultimi grunge
di Adrian Stoic/Planet Syndication

Meno di dieci anni fa – dopo il suicidio di Kurt Cobain – i Pearl Jam sarebbero potuti diventare la più grande band sulla faccia della terra e impossessarsi della corona detenuta dai Nirvana. Ma il gruppo, e il cantante Eddie Vedder in particolare, decise altrimenti e iniziò piuttosto a ridimensionare il suo successo e la sua fama. Risultato: il loro ultimo album Riot Act ha venduto appena tre milioni di copie, cifra ben lontana da quella del loro debutto del 1992.
In questi anni i Pearl Jam hanno iniziato una battaglia contro i circuiti di vendita dei biglietti (e l’hanno persa), hanno affrontato diverse questioni sociali e, recentemente, hanno assunto posizioni politiche, prova ne sono gli insulti al Presidente Bush (“Bu$hleaguer” è l’esempio più eclatante da Riot Act) e la protesta contro l’erosione del diritto alla libertà di parola e di espressione negli Stati Uniti.
Il gruppo – Eddie Vedder, Stone Gossard e Mike McCready alle chitarre, Jeff Ament al basso e Matt Cameron alla batteria – ha anche lavorato a parecchi progetti collaterali, oltre ad aver dato inizio a una serie di “Bootleg Ufficiali”. Affermano inoltre di aver lasciato quella che da dodici anni è la loro casa discografica (Epic/Sony). Da Londra gli uffici della Sony negano tutto, annunciando invece la prossima uscita di un disco dal vivo. Nel corso di quest’anno Stone Gossard ha pubblicato il terzo album con il suo secondo gruppo, Brad, intitolato Welcome To Discovery Park.
Insomma, c’è parecchio di cui parlare. Lo facciamo con Stone Gossard che, con gli occhiali e i capelli cortissimi, ha un aspetto assai diverso da quello del periodo di maggior successo della band.

Si direbbe che ce l’avete messa tutta per smantellare deliberatamente il vostro successo e lo status di idoli…
Sì, è stata una decisione assolutamente razionale perché, se le cose fossero continuate così, alla fine ci avrebbero portato al declino. È inevitabile, è nella natura delle cose. Se avessimo continuato a fare quello che tutti volevano che facessimo, la discesa sarebbe stata inarrestabile. Non credo che nessuno possa continuare a vendere stabilmente le quantità di dischi che vendevamo noi all’epoca. In un certo senso il nostro è un atteggiamento coerente: facciamo un sacco di piccole scelte che, a quanto pare, contribuiscono a farci sembrare una band che volontariamente cerca di non vendere dischi, o di non avere un grande successo.
[…]

La pubblicazione dei Bootleg Concert sembra quasi la preparazione di qualcos’altro, l’inizio di un nuovo ordine del giorno o di una nuova impresa.
Potrebbe sembrare così, ma in realtà abbiamo capito che il nostro successo e i nostri guadagni vengono dai tour. In questo siamo stati piuttosto coerenti. Cerchiamo di sfruttare questo aspetto e di non preoccuparci di come i dischi finiscano nei negozi e nelle radio. è una cosa che ci è sempre sfuggita di mano, ma non vogliamo più che sia così. Non abbiamo mai avuto molto controllo su questo. Finora abbiamo preferito impegnare gran parte del nostro tempo nelle cose su cui abbiamo controllo.
[…]

Avete lasciato la Sony, anche se loro lo negano, e avete un nuovo disco pronto da pubblicare?
Sì, non vogliamo più pubblicare dischi con quel contratto, anche se loro detengono i diritti del nostro back catalogue e sicuramente faranno uscire diverse raccolte, sia dal vivo sia dei Best Of. A noi piacerebbe lavorare a un livello più indipendente. Abbiamo usato l’industria discografica e loro hanno usato noi, ma adesso è arrivato il momento di impostare il rapporto in modo completamente nuovo.
[…]

Questo e molto altro sul numero 557 del Mucchio Selvaggio, in edicola a partire da martedì 2 dicembre… non perdetevelo!!!

E’ disponibile da oggi, su Synergy, il nuovo Rumor Pit. Di seguito sono riportate le news del documento. Vi ricordo che la versione integrale la potrete trovare qui -> link.