Lost Dogs commentato da Mike McCready

Lost Dogs: Track By Track

Billboard | Novembre 2003

I Pearl Jam concluderanno il loro pluri-decennale contratto con la Epic con grande successo. L’11 Novembre, l’etichetta pubblicherà un DVD doppio, della durata di tre ore e mezza, “Live at the Garden,” insieme ad un doppio disco di rarità, “Lost dogs”, in lavorazione da molto tempo. I Pearl Jam hanno concluso il loro contratto con la Epic nel 2002, con l’album “Riot Act” e stanno valutando le possibilità per un nuovo accordo.

“Lost Dogs” è composto da 31 tracce e contiene 11 canzoni mai pubblicate prima, comprese outtakes che coprono l’intera carriera della band. Tra queste ci sono potenti dosi del lato più duro dei Pearl Jam come “In the Moonlight,” “All Night” and “Hold On,” il facile ritornello “Sad” e la lenta, acustica “Fatal.”

Sono incluse anche alcune tra le canzoni preferite dai fans come “Yellow Ledbetter,” “Last Kiss,” “Wash” e “Footsteps,” come anche “Hard To Imagine,” che fu registrata per essere potenzialmente inclusa in diversi album dei Pearl Jam ma che finora era disponibile solo sulla colonna sonora del film “Chicago Cab” del 1998. I frequenti contributi della band ad album di beneficenza sono qui rappresentati da “Leaving Here,” “Gremmie Out of Control” e “Whale Song,” mentre pezzi come “Let Me Sleep,” “Drifting” e “Strangest Tribe” sono tratti dagli annuali singoli natalizi riservati ai membri del loro fanclub, Ten Club.

Il gruppo, che ha appena concluso una serie di quattro concerti acustici di beneficenza, ha recentemente scritto una nuova canzone, “Man of the Hour,” che sarà inclusa nella colonna sonora del prossimo film di Tim Burton, “Big Fish.” I Pearl Jam si prenderanno ora qualche mese libero per rilassarsi e per lavorare a vari progetti paralleli. Il quintetto di Seattle ha in progetto di riunirsi ad Aprile o Maggio, probabilmente per cominciare a lavorare su un nuovo album in studio.

In un’intervista esclusiva, il chitarrista Mike McCready ha parlato con Billboard.com di alcuni dei suoi “lost dogs” preferiti, ammettendo, “Sarà dura per me ricordarne molti. Abbiamo così dannatamente tante canzoni!”

“Questa è una buona raccolta di tutte le rarità,” aggiunge, “ma ne abbiamo una marea di questa roba.”

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“Yellow Ledbetter”: Una delle canzoni più famose dei Pearl Jam, nonostante sia stata pubblicata solo su un singolo d’importazione e non sia mai stata registrata per le radio (ha raggiunto sette diverse classifiche di Billboard a metà degli Anni’90). Questa canzone lenta, bluesy, ha un testo assolutamente indecifrabile, scritto dal frontman Eddie Vedder ed è spesso suonata come canzone di chiusura ai concerti della band.

Mike McCready: E’ pazzesco. A Seattle, [la radio] KISW ha stilato una classifica delle migliori 99 canzoni dei Pearl Jam l’altro giorno, e “Ledbetter” era al quinto posto. E’ stato …, “Wow.” E’ stata scritta nel periodo del primo album [“Ten”, 1991]. Penso che sia stata la seconda cosa che io e Ed abbiamo scritto assieme. E’ uscita durante una jam in studio e Ed non aveva proprio nessun testo pronto. Ed ha avuto delle idee lì al momento, e l’abbiamo registrata così com’era. Per qualche motivo, non ce l’ha fatta a finire su “Ten.” Ero un po’ scoraggiato allora. Volevo davvero che questa canzone fosse presente sul nostro primo disco. Ma a quel tempo, ero molto giovane ed entusiasta di trovarmi in quella situazione, così mi sono adattato.

Quando l’abbiamo registrata, stavamo suonando dei brevi concerti al [festival di] Lollapalooza e cose così. Volevamo colpire il pubblico con della roba davvero pesante, dura, sai, colpisci e via. Ai concerti nei club, suonavamo le canzoni del disco e qualcosa tipo [la cover dei Beatles’] “I Got a Feeling.” Finì per essere accantonata. Nella band ci dimenticammo di questa canzone. Ma quando tornò fuori, cominciò a sembrare una specie di epilogo alla fine dei concerti.

Col passare degli anni, ha avuto un immenso sostegno, dal vivo specialmente. La gente la conosce e la canta. Io non so nemmeno che testo abbia! A seconda di quello che passa nella mente di Ed quel giorno, lui cambia le parole. Succede sempre che lui canti un verso diverso. Io guardo la gente che la canta e sono appassionati, e ciò mi rende totalmente eccitato e umile. E’ diventata qualcosa senza che noi nemmeno ci provassimo.

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“Last Kiss”: La cover di una canzone di J. Frank Wilson & the Cavaliers del 1964, originariamente pubblicata sul singolo del fanclub del 1999 e in seguito sull’album di beneficenza “No Boundaries”. Contro ogni previsione, la canzone ha raggiunto il secondo posto della classifica Billboard Hot 100, rendendola il più grande successo della carriera dei Pearl Jam.

McCready: Ha avuto origine quando Eddie ha comprato due singoli, “Last Kiss” e “Soldier of Love,” alla Fremont Antique Mall qui a Seattle. Ce l’ha portata e noi abbiamo pensato che fosse forte. Ha una sonorità molto Anni’50/inizio Anni’60. Abbiamo deciso di registrarla durante un soundcheck, e penso che abbiamo provato entrambe le canzoni due volte in tutto. L’abbiamo rifatta quella sera al concerto, ma la versione che avevamo provato durante il soundcheck era migliore. Abbiamo deciso di tenere quella e poi di pubblicarla sul disco di beneficenza per il Kosovo. E’ esplosa. Non ne avevamo idea.

Questo dimostra, per l’ennesima volta, che quando qualcuno prova ad immaginarsi come debba essere una hit, sia sia tu sia in una band sia che tu sia un tizio che lavora alla A& R, nessuno ne ha la minima idea, secondo me. E’ stata una cosa così inaspettata, pensavamo, “Wow, viene continuamente trasmessa e la gente la conosce.” E’ stata lo cosa più bizzarra per noi, per quanto riguarda i singoli. Non era una nostra canzone, solo una bella canzone tragica Anni’50. La gente si è legata a questa canzone. Non ci potevamo credere.

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“Dirty Frank”: Una canzoncina divertente scritta durante il tour che i Pearl Jam fecero nel 1991 insieme ai Red Hot Chili Peppers e agli Smashing Pumpkins, e chiaramente ispirata alle sonorità funk rock dei Peppers. Fu pubblicata in una manciata di primi singoli d’importazione e anche suonata dal vivo come ‘scherzo’ durante alcuni di shows.

McCready: C’era l’autista del nostro bus ai tempi, questo Frank, che noi chiamavamo “Dirty Frank” perché avevamo paura di lui [ride rumorosamente]. Pensavamo che lui potesse essere un serial killer e che mi avrebbe mangiato. Mi prendevano in giro. E a quel tempo, io ero il ragazzo più magro di tutta la band quindi non c’era molta carne addosso a me [ride]. Abbiamo rubato la parte centrale della canzone ai Peppers ai tempi in cui aprivamo i loro concerti, uno dei tour più divertenti che abbiamo mai fatto.

“Dirty Frank” mi ricorda di quando l’intero mondo mi si apriva in un modo nuovo, che non avevo mai provato primo: andare in tour, girare su un bus, aprire per Peppers. A volte [il frontman] Anthony [Kiedis] indossava un cappello dei Pearl Jam sul palco e noi pensavamo, “Oh mio dio. Questo è il culmine di quanto grandi diventeremo.” Cazzo non ci potevo credere! Ero così eccitato. Loro erano dei super fichi per noi. Fu un periodo fantastico. Volevamo solo uscire sul palco e spaccare tutto ogni sera. Avere l’opportunità di fare quel tour fu un sogno totale. Ha stabilito molti dei nostri standard su come volevamo trattare le bands che avrebbero aperto per noi da lì in poi. Provo solo amore per i ricordi di quel periodo.

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“Brother” (strumentale): Una delle prime candidate per “Ten,” presente solo sui primi mix ‘grezzi’ dell’ album spedito agli esecutivi della Epic. La canzone scomparve dal catalogo dei Pearl Jam subito dopo ed è presentata qui in forma strumentale.

McCready: Bene, “Brother” è stata un grosso fattore di contesa tra [il chitarrista] Stone [Gossard] e [il bassista] Jeff [Ament]. Ricordo che Jeff la amava moltissimo mentre a Stone non piaceva, o gli era indifferente. Jeff e Stone discussero molto per questa canzone e si arrabbiarono l’uno con l’altro. Jeff si incazzò talmente tanto che uscì e cominciò a fare violente schiacciate a pallacanestro. Pensavo, “Cosa c’è, amico?” Era davvero incazzato. Mi ha raccontato questa storia di recente.

Era la tipica situazione: Stone fa una cosa/Jeff ne fa un’altra. Loro lavorano così. Sono insieme da sempre e la dinamica tra loro due è quello che fa funzionare le cose. Ci fu una grande, accesa discussione. Ma io pensavo che fosse una canzone forte con un bel suono. Avrebbe potuto essere un esempio di mid-tempo. Mi ricordo la grande discussione tra loro due. Jeff mi ha detto che era quasi sul punto di lasciare la band. Era una cosa seria. Quando l’abbiamo tirata fuori recentemente, non hanno litigato, ma è stato come rivivere quella situazione, in piccolo. A Stone non piaceva ancora. A Ed non piaceva per niente il testo originale. Mi ha detto, “Hey, se vuoi, lavoraci su e aggiungi un po’ di chitarra.” Non avevo la minima idea di cosa fare, ma sono sceso e l’ho ascoltata e ho pensato che avrei potuto metterci un po’ di strati di chitarre in stile Brian May. Immagino che questo sia il capitolo finale e la sepoltura del testo.

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“Let Me Sleep”: Una canzone dal tema natalizio, pubblicata nel 1991 sul primo singolo di Natale dei Pearl Jam, riservato ai membri del loro fanclub, Ten Club.

McCready: Penso che sia stata la prima canzone a cui io e Ed abbiamo lavorato. Avevo cominciato a cazzeggiare con delle accordature aperte [per chitarra]. C’era questa piccola parte, il riff principale, che avevo già da un paio di anni, addirittura da prima di cominciare con la band. Abbiamo cominciato a cazzeggiare con questo in studio e suonava bene. E’ una di quelle cose che capitano. E’ solo una di quelle cose tipo ‘flusso di coscienza’. Faceva davvero molto freddo fuori, nel periodo di Natale. E’ stato il mio primo sguardo all’interno di quel tipo di comportamento e processo mentale socialmente consapevole di Eddie. E’ stato proprio quando cominciavo a conoscerlo. Lui viveva nel posto in cui provavamo, in centro [a Seattle]. I suoi testi erano molto oscuri, poetici, profondi e toccanti. Questa è stata la mia prima esperienza, la prima volta che ho potuto ascoltarlo a quel livello.

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“Down”: Una canzone che McCready ha scritto per “Riot Act, l’album dei Pearl Jam uscito nel 2003, e che ha una martellante melodia in chiave maggiore sulla scia dei Replacements o dei Wilco. E’ stata pubblicata come B-side del singolo di “I Am Mine”.

McCready: Ero molto eccitato per questa canzone, ma volevo che avesse un suono più duro di quello che poi è venuto fuori in realtà quando l’abbiamo registrata. Mi piaceva come era venuta, ma non si accordava con il resto dell’album. Anche io ho dovuto ammetterlo, ma non volevo. E’ stata relegata tra le B-sides. Originariamente doveva essere una cosa più ruvida. E’ venuta fuori un po’ più leggera di quanto pensassi. Ma la gente sembra apprezzarla quando la suoniamo dal vivo. Ne sono fiero. Mi piace la canzone.

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“Alone”: Una canzone rock mid-tempo scritta nei primi tempi dell’esistenza della band dal chitarrista Stone Gossard. Fu provata durante le sessioni per i primi due album dei Pearl Jam, “Ten” e “Vs,” ma è stata pubblicata solo come B-side del singolo “Go” nel 1993.

McCready: Eddie di recente ha cantato un nuovo testo su questa canzone. L’assolo di chitarra penso che sia uno slide con una bottiglia. Non ha mai funzionato, ma non so perché. Ho una nostra videocassetta di tanti anni fa, in cui suoniamo “Alone”, in quello che potrebbe essere stato il nostro terzo show. In realtà non era niente male, ma abbiamo smesso di suonarla dopo un po’. Penso che sia davvero una buona canzone [canticchia il riff]. Per il primo disco, poteva forse essere troppo mid-tempo, insieme ad “Alive” e altre canzoni che erano di quello stesso tipo.

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“Fatal”: Una outtake dell’album del 200, “Binaural,” contrassegnata da una malinconica melodia acustica. La canzone è stata recentemente eseguita dal vivo per la prima volta, in occasione di un concerto di beneficenza a Seattle..

McCready: “Fatal” è davvero una bella canzone. L’ha scritta Stone. La cantava lui sul demo originale. Penso che lui assomigli molto a Bowie quando canta. E’ un motivo abbastanza oscuro. Penso che lui scriva molte canzoni di questi tipo al momento. So che scrive un sacco di roba con l’acustica e sperimenta con diverse accordature. Rappresenta il suo stato mentale di adesso. [Negli ultimi anni], ci porta queste canzoni, invece dei riffs più pesanti come “Animal.” Stone è sempre stato abbastanza oscuro ma è anche molto divertente. C’è un misto tra questi due tipi di cose.

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“Footsteps”: Questa vecchia rarità acustica è stata registrata l’11 Maggio 1992, per il programma radio nazionale “Rockline.” Una diversa versione della canzone, intitolata “Times of Trouble” e con un testo cantato da Chris Cornell, fu pubblicata sull’omonimo disco di esordio dei Temple Of The Dog nel 1991.

McCready: Questa mi riporta indietro nel tempo. “Footsteps” risale a quando io e Stone abbiamo cominciato a suonare insieme. Questa canzone in origine era stata scritta per i Mother Love Bone [il gruppo precedente ai Pearl Jam]. So che è così. Non si intitolava così; era solo quel riff. [Stone] l’ha fatto sentire a Cornell mentre registravamo il disco dei Temple e Cornell ci ha cantato sopra “Times of Trouble”. Penso che quello fosse il titolo di lavorazione che Andy [Wood – frontman dei Mother Love Bone] aveva scelto per quella canzone.

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“Gremmie Out of Control”: Un’amabilmente inaspettata cover di una canzone dei Silly Surfers del 1964, pubblicata sul disco di beneficenza “Music for Our Mother Ocean” nel 1996.

McCready: Io nemmeno compaio in questa canzone. [Il produttore] Brendan O’Brien suona l’assolo di chitarra. Non potrei pretendere di suonare così bene. E’ Brendan O’Brien quello che lo realizza. Quando l’ho ascoltata, ho pensato, “Dobbiamo averla sul disco questa.” E’ Brendan che spacca il culo con la chitarra.

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“4/20/02”: Scritta da Vedder la notte in cui si apprese che il frontman degli Alice In Chains, Layne Staley, era morto dopo una lunga battaglia contro la tossicodipendenza. In quel periodo la band era in studio per registrare “Riot Act”. Il pezzo compare come traccia fantasma su alcune edizioni di “Lost Dogs.”

McCready: E’ solo Ed, per conto suo. Ricevetti una telefonata da [il manager] Kelly [Curtis], mi disse che Layne era morto. Eravamo in studio, probabilmente erano le 11 di sera. Ho pensato… “Oh ca***.” Non ero sorpreso, ma lo ero. Era triste. Non lo vedevo da tre o quattro anni. Ed ha questa chitarra che è accordata tipo un banjo. Ha registrato questa canzone alle 2 o alle 3 di mattina, solo con [il produttore] Adam [Kasper]. Penso che fosse semplicemente arrabbiato e che volesse far uscire tutto quello che provava. Credo che il motivo per cui la traccia è nascosta è che non voleva sfruttarla. Penso che voglia che rimanga nascosta in modo che sia tu a doverla trovare e rifletterci su.