Dave Krusen: Uno sguardo a Ten dei Pearl Jam

Vater | Marzo 2009

Traduzione a cura di As_It_Seems

Raccontaci brevemente la storia di come sei stato coinvolto e come hai preso parte ai Pearl Jam. 
Avevo degli amici che avevano una band chiamata Son Of Man che suonavano nei concerti con Mother Love Bone, Soundgarden etc. Sentirono che Jeff (Ament) e Stone (Gossard) stavano cercando un batterista per fare qualcosa di nuovo dopo che i Mother Love Bone si erano sciolti. Ho chiamato Jeff, che era sull’elenco telefonico e lui mi ha invitato ad andare per una jam. Avevamo un sound fantastico fin dall’inizio. Questo è stato l’inizio dei Pearl Jam.

Qual è stato il processo di scrittura delle canzoni per questo set di pezzi e quanti anni avevano le canzoni quando “Ten” è stato registrato? 
Stone aveva alcuni pezzi, non so con certezza da quanto tempo li avesse. Ma non da molto comunque. Abbiamo iniziato a lavorare su quelli, mentre Eddy era ancora a San Diego. Non sapevo nemmeno che avessero un cantante, e invece lui stava lavorando duro sui testi laggiù. (Non facevo molte domande). Poi abbiamo iniziato a lavorare su alcune idee che aveva Jeff, cose così. Alcune cose vennero fuori da jam spontanee. La canzone “Release” è stata una di queste, venne fuori da una jam. Tutto fu veloce e facile per quello che mi ricordo.

Com’era composto il tuo kit di batteria? E’ rimasto costante per tutte le tracce? 
Sì, è rimasto più o meno lo stesso per tutto il tempo. I brani “Alive”, “Wash”, “Brother”, “I’ve got a feeling” erano tutti nei demo. Il kit usato per quelle canzoni è il kit che utilizzavo all’epoca; un Tama Swingstar , 22×16, 11×12, 13×14, un vecchio rullante 5×14 Ludwig Supraphonic. Pelli Pinstripe su tutti i tamburi ma un Ambassador sul rullante. Crash 18″ Sabina, ride 20″ Zildjian Scimitar, 20″ AA Sabian China e Paiste 14″ 404 Hi-Hats (charleston) che si sono rotti. Per il disco, ho preso in prestito un Ludwig maple kit 22×18, 11×12, 13×14 e un rullante maple Noble & Cooley 5×14. I cimbali erano Sabian 20″ AA Heavy Ride, 18″ AA Thin Crash, 18″ HH Thin Crash, 20″ AA China, 13″ AA Regular Hats e un 15″ metal crasher. Pelli White coated Ambassador sulla cassa. CS black dot per il rullante. Avevamo coated ambassadors sui tom, ma le abbiamo cambiate con le pinstripes.

Quanti brani in totale sono stati registrati nelle session di “Ten”? 
Wow, non ne sono sicuro. TANTI!!! Mi ricordo che i nastri che avevamo completato erano allineati contro il muro. Si allungavano parecchio. Forse 20, 25 canzoni nell’insieme. Forse di più.

La band lavorava su una canzone, la completava e poi passava alla successiva, oppure tu la finivi e registravi tutte le tracce di batteria di seguito prima che gli altri ragazzi mettessero le loro parti? 
Abbiamo fatto la maggior parte dell’album come una band live. Loro facevano alcune parti vocali, alcuni assolo, parti e pezzi come overdubs. Ma, il grosso di ogni brano era terminato prima che passassimo al successivo.

Avete registrato su click? 
Abbiamo iniziato con un click per il disco. Potevano essercene un paio per cui funzionava, “Jeremy” forse. Ma per la maggior parte, abbiamo suonato i pezzi live, abbastanza a lungo, che dovevano respirare per poter funzionare. Non ero ancora maturo all’epoca e “Even Flow” subiva troppa oscillazione. Ma, “Alive”, “Once”, e la maggior parte delle canzoni eravamo noi che le affrettavamo.

Quante takes facevi per ogni canzone in media? 
Credo che per la maggior parte delle canzoni era solo una manciata di takes. Ma “Even Flow”…come ho detto, è stata davvero dura per me. Non so perché. Non sono sicuro del perché non abbiamo utilizzato anche quella del demo, ma so che era migliore.

Quanti giorni ci sono voluti per il tracking della batteria? Quanti giorni per completare l’intero album? 
Due settimane per la batteria. Per l’intero album ci volle circa un mese e mezzo credo.

“Oceans” ha degli eccellenti elementi di percussioni. Cosa è stato utilizzato per quel brano? 
In un primo momento abbiamo registrato la batteria su quella canzone. Poi ho aggiunto tre parti di timpani. Ricordo che eravamo tutti nella sala di controllo ad ascoltare la parte di timpani senza la batteria. Qualcuno ha commentato che suonava benissimo in quel modo, e allora l’abbiamo tenuta così. Sono contento che l’abbiamo fatto.

Ci sono dei brani registrati nella session che non sono mai stati pubblicati o emersi in altri album dei Pearl Jam? 
Lost Dogs (pubblicato nel 2002) contiene alcune cose magnifiche di quelle session che non avevano mai visto la luce del giorno. “Brother”, il brano che è stato pubblicato come nuovo singolo come parte della ristampa di Ten, è inserito lì senza la parte vocale. C’è il brano che abbiamo fatto dei Mudhoney, (“Touch me I’m sick”), una canzone dei Free, un pezzo dei Beatles. E’ fantastico ora riascoltare come interagivamo musicalmente. Era dannatamente fantastico!

All’epoca, quali erano le aspettative per questo album? 
Non so dire con certezza quali fossero le aspettative. L’impressione che avevo è che la band stesse cercando di creare un sound che fosse senza tempo.

Avresti mai immaginato che quelle canzoni sarebbero state ancora significative dopo tutti questi anni? 
Noi volevamo solo fare un grande disco. Ricordo quanto fossi impressionato dalle canzoni, dal suono che arrivava dagli altoparlanti nella sala di controllo. Ma sono certo che nessuno di noi sapesse come sarebbero state viste in futuro.

Nello scrivere e registrare “Jeremy”, tu o la band avreste mai pensato che quella canzone e/o il video avrebbero causato così tante polemiche? 
Non sapevo di cosa parlasse effettivamente la canzone finché non ho visto il video. Per quello che ricordo di Eddy, la scrisse pensando a quello che sentiva. Non credo che volesse creare polemiche, ma voleva parlare di qualcosa che lo aveva colpito emotivamente. Credo sia un grandissimo scrittore perché non ha paura del giudizio degli altri riguardo a cose di questo tipo.

Come ti senti quando qualcuno parla dell’influenza che “Ten” ha avuto nell’industria della musica o nella sua vita personale? 
C’è ancora gente che viene da me e mi dice quanto ama quel disco, ed è una cosa meravigliosa! Soprattutto perché so quanto i dischi che ho amato crescendo mi abbiano aiutato nei momenti difficili e come mi abbiano fatto sentire legato a qualcosa. Mi piace essere una parte di tutto questo, è quello che ho sempre voluto fare.

Guardando indietro e ascoltando i brani, ce n’è qualcuno che suoneresti in modo diverso, se avessi l’opportunità di tornare indietro? 
“Even Flow” di sicuro dannazione! A parte questo, “Breath and A Scream”. Ma per la maggior parte di essi sono comunque contento.

Se dovessi scegliere una canzone di “Ten” che secondo te ti rappresenta al meglio come musicista, quale sarebbe? 
“Alive”.

Qual è stato il concept dietro la cover dell’album e l’artwork? 
Credo sia l’unione. Jeff ha costruito questo enorme Pearl Jam ritagliato nel legno. Quella cosa davanti alla quale stiamo era della dimensione reale! Jeff è un artista completamente sensazionale.

Di cosa ti sei occupato musicalmente di recente? 
Recentemente sono stato impegnato in diversi progetti. Ho registrato e suonato dal vivo con The Kings Royal, Puppies And Kittens, Toy Robot, Shelby, Ida Maria, La La La Birdtime così come un paio di cose ancora segrete. Inoltre, mio figlio di nove anni Jagger, (anche lui usa solo bacchette Vater), ha stracciato alcune cose serie alla batteria. Tenetelo d’occhio!