Dopo il precedente episodio di Vinyl, tutto focalizzato sul protagonista alla prese coi suoi demoni interiori, con The King and I continua il viaggio di Richie Finestra nel mondo del music business alla ricerca di nuove idee e artisti da ingaggiare.
Mentre Clark Morelle (Jack Quaid) – ormai declassato al ruolo di magazziniere all’American Century – e Jamie Vine (Juno Temple) instaurano un rapporto di amicizia che potrebbe aprire a una futura collaborazione tra i due, Richie, dopo l’abbandono della moglie Devon (Olivia Wilde) e prole, pare intenzionato a diventare un uomo nuovo. Niente più alcool e droga, niente sesso occasionale, solo un libro dall’alto tasso spirituale (The Farther Reaches of Human Nature di Abraham Maslow) in cui cerca rifugio per affrontare i suoi demoni. Basterà a tenerlo lontano dalle tentazioni di Los Angeles e Las Vegas, le città in cui è ambientato questo episodio? L’American Century Records è sempre più vicina al collasso economico e bisogna razionalizzare le spese. Il board dei soci decide di vendere l’aereo privato della compagnia a un diretto concorrente, Lou Meshejian (interpretato da John Ventimiglia, l’Artie Bucco de I Soprano), ma l’acquirente vuole chiudere l’affare di persona, quindi Richie e Zak Yankovic (un superbo e sempre più convincente Ray Romano) volano a Los Angeles. Qui, dopo aver intascato 90.000 dollari in contanti, vengono invitati a un party a Malibu, dove s’intrattengono con notissimi personaggi dell’ambiente musicale californiano come Mama Cass dei Mamas & Papas, Gram Parsons e Stephen Stills. Divertente il siparietto in cui Lou Meshejian, totalmente galvanizzato per l’imminente tour di reunion di Crosby, Stills, Nash & Young, viene gelato da Richie in modo alquanto secco e diretto (“Vedo che il riciclo va di moda, è più facile che inventarsi qualcosa di nuovo”). Fa sorridere soprattutto se pensiamo ai tempi attuali in cui le reunion, da una decina di anni a questa parte, vengono spacciate come la cosa più cool dell’industria dell’entertainment musicale.
Proprio durante questa festa per addetti ai lavori, Richie viene a sapere che “The King of Rock ‘n’ Roll” – proprio lui, nientemeno che Elvis Presley in persona – è insoddisfatto del suo contratto con la RCA e del suo resident show a Las Vegas. Con uno Zak sempre più su di giri e un Richie finalmente sobrio e focalizzato a raddrizzare le sorti dell’etichetta, i due partono alla volta della città del peccato per cercare di fare il colpo della vita e siglare un accordo con Elvis. Dopo un veloce incontro con il Colonnello Tom Parker, il temibile manager di Elvis, Richie e Zak sono invitati al concerto del Re, che però è imbolsito, canta canzoni sulle insalate e bacia le tardone nelle prime file. La fine di un mito? Secondo Zak, molto peggio. “Stasera il rock ‘n’ roll è morto”, sentenzia sconfortato durante la performance, lasciando lo show prima della fine. I due decidono di spassarsela con due ragazze, ma Richie all’ultimo ci ripensa e decide di lasciare tutto il divertimento a Zak. È a questo punto che ha luogo l’incontro tra un fonatissimo e confuso Elvis Presley e Richie Finestra, che vorrebbe risvegliare l’anima rock del Re convincendolo a tornare alle origini e a registrare un nuovo album, più autentico e grezzo. Nel 1973, quattro anni prima della sua morte, Elvis ormai non metteva quasi più piede in uno studio di registrazione. Era in sovrappeso e la sua salute si stava rapidamente deteriorando. I suoi spettacoli erano frequentati prevalentemente da donne di mezza età e aveva perso l’appeal tra le generazioni più giovani. In pratica, era diventato l’ombra di se stesso. Richie sembra efficace nell’opera di persuasione, e prospetta a Elvis la possibilità di ripetere la storia e fare un grande ritorno in stile ’68 Comeback Special. Morale della favola? Se sei un discografico, non metterti mai di mezzo tra l’artista e il suo manager, soprattutto se il manager in questione si fa chiamare “il Colonnello” ed è uno dei più cattivi, avidi e spietati bastardi del music business.
Ovviamente a Las Vegas nulla è come sembra e due Smirnoff con ghiaccio possono rivelare cos’è davvero successo durante il soggiorno di Richie e Zak nella città del peccato. Tutti sbagliano, è per questo che lo chiamano rock ‘n’ roll, no?

Nata nel 1980, entra nel team di pearljamonline.it nel 2007, curando in particolare la versione in inglese e la sezione testi e traduzioni. Coautrice di “Pearl Jam Evolution”, sempre alla ricerca di notizie e curiosità sulla band.
Canzone preferita: Given To Fly
Album preferito: Vitalogy
Artisti o gruppi preferiti oltre i PJ: Bruce Springsteen, U2, Mark Lanegan, Cat Power, Ramones