Ricordate quando ascoltavamo i dischi dall’inizio alla fine – sì, un tempo si faceva – e, arrivati più o meno a metà del lato A di un vinile, c’era sempre una canzone interlocutoria, che magari veniva subito dopo un pezzo bello tirato e appena prima della ballad dell’album? Bene, questo terzo episodio di Vinyl è strutturato proprio come “quella canzone”. Diretto dal talentuoso Mark Romanek – regista di innumerevoli video musicali e di film come One Hour Photo e Never Let Me Go – si tratta infatti di un episodio interlocutorio, che dopo le prime due puntate introduttive ha lo scopo di delineare meglio i personaggi della serie che in queste settimane sta attirando l’attenzione degli amanti del rock.
Richie Finestra – interpretato da Bobby Cannavale, che nelle sue movenze assomiglia sempre di più ad Al Pacino e come presenza ricorda vagamente Javier Bardem – è in lotta con un mondo, quello delle case discografiche, fatto di meeting e serate mondane, con cui pare proprio non trovarsi più in sintonia. Intenzionato a valorizzare la musica nel senso più autentico del termine, cerca di farsi spazio – tra una gomitata e un tiro di cocaina – tra squali e avvoltoi che hanno ridotto le band e i dischi a questioni di puro e semplice fatturato. In Whispered Secrets vengono a galla le bugie di una vita, quelle dette da Richie a sua moglie (Devon, alla ricerca disperata di soldi – negati dal marito – per finanziare la compagnia di balletto che lui stesso l’aveva spronata a creare) e al suo primo cliente, Lester Grimes, ormai in rovina. Viene anche ritrovato dalla polizia il corpo di Frank “Buck” Rogers, proprietario di una catena di stazioni radiofoniche, che era stato accidentalmente ucciso nel primo episodio da Finestra e dal promoter Joe Corso.
È interessante notare come nel terzo episodio di Vinyl venga dato parecchio spazio alla musica nera; vediamo infatti DJ Kool Herc (interpretato da Dominique Johnson) che suona i suoi vinili mixando la musica di James Brown e di altri miti della black music, e inventando di fatto quel sound che anni dopo tutti conosceremo come hip hop. Vediamo anche Irving Louis Lattin, che interpreta la classica Smokestack Lightning della leggenda del blues Howlin’ Wolf. Ma non c’è solo la black music; uno dei momenti più spassosi è il corteggiamento tra un talent scout dell’American Century Records di nome Clark (interpretato da Jack Quaid) e il leggendario rocker Alice Cooper (Dustin Ingram). Clark cerca di convincerlo a lasciare band con cui è diventato famoso per metterlo sotto contratto come artista solista, e Cooper all’inizio pare stare al gioco, finché non decide di vendicarsi per un torto subito in passato. Senza fare troppi spoiler, la cosa ironica è che meno di due anni dopo il cantante di Detroit avrebbe davvero accantonato la sua band storica per pubblicare il primo dei suoi tanti album solisti. Nell’episodio appaiono brevemente per la prima volta due personaggi che sicuramente ritroveremo nelle prossime puntate, e che sono due autentici pilastri del punk rock degli anni settanta: Johnny Thunders e Joey Ramone (qui sotto lo pseudonimo di Jeff Starship con la sua prima band, gli Sniper).
Alla fine dell’episodio, Finestra ha finalmente l’occasione di vedere dal vivo i Nasty Bits, che però sono stati trasformati – per volontà di Julie Silver (Max Casella), braccio destro di Finestra – in una specie di cover band dei Kinks. Richie odia quello che sente, ma prima che lui se ne vada, l’assistente Jamie Vine (Juno Temple) salva la situazione, catapultandosi sotto il palco e urlando alla band di suonare il demo che lei aveva fatto sentire a Richie nella prima puntata. Finestra torna sui suoi passi ed è entusiasta, tanto che prima di andarsene comunica a Jamie: “Appena finita l’esibizione, voglio che offri loro da bere e che comunichi loro che li mettiamo sotto contratto”. La resurrezione dell’American Century Records passerà dal sound iconoclasta e aggressivo dei Nasty Bits? Lo scopriremo nelle prossime puntate.
LOCATION DELLA PUNTATA
1520 SEDGWICK AVENUE In questo episodio scopriamo che il bluesman che Riche tanto amava, Lester Grimes, è finito a fare il portiere in un condominio del Bronx. Non si tratta però di un posto qualsiasi: la storia narra che lì dentro sarebbe nato l’hip hop. È proprio nella sala dedicata alle feste di questo anonimo palazzone abitato da povere famiglie di colore che un ragazzino di nome Clive Campbell – in arte Kool DJ Herc – figlio di immigrati giamaicani, organizzò il primo Block Party (festa di quartiere) con sua sorella, l’11 agosto 1973.
Mentre era impegnato ai giradischi, fece qualcosa di rivoluzionario: amante del funk, ebbe l’idea di isolare parti di canzoni dove erano presenti solo percussioni (detti breakdown) o momenti (breaks) particolarmente apprezzati dai ballerini e dai frequentatori delle feste, proprio come gli vediamo fare nell’episodio con brani di Kool & The Gang e di James Brown, alla presenza di Lester e di due anziani (a dire il vero non troppo convinti). Mettendo in loop un break, Kool Herc creò il breakbeat. I ragazzi impazzirono. In poco tempo i giovani afroamericani e latinoamericani del Bronx iniziarono a ballare su questi breaks, diventanto noti come B-boys e inventando di fatto la breakdance; contemporaneamente, anche i cosiddetti Master of Ceremonies (MC) iniziarono a parlare sopra questi “ritagli” di musica, ripetuti grazie alla tecnica del beat juggling. Presto questo nuovo stile si diffuse in tutto il Bronx e i boroughs circostanti, e per i giovani di quei quartieri degradati divenne anche un mezzo per incanalare la rabbia sociale. Il condominio esiste ancora, ma Kool Herc non ci abita più, anche se l’11 agosto 2013 ci è tornato per partecipare alle celebrazioni ufficiali dei 40 anni della nascita della cultura hip hop. Quarant’anni esatti dal giorno in cui lui diede inizio alla Festa.

Nata nel 1980, entra nel team di pearljamonline.it nel 2007, curando in particolare la versione in inglese e la sezione testi e traduzioni. Coautrice di “Pearl Jam Evolution”, sempre alla ricerca di notizie e curiosità sulla band.
Canzone preferita: Given To Fly
Album preferito: Vitalogy
Artisti o gruppi preferiti oltre i PJ: Bruce Springsteen, U2, Mark Lanegan, Cat Power, Ramones