Vinyl – Quarto episodio: The Racket

Il quarto episodio di Vinyl, che si apre sulle note di Please Help Me Find My Way Home di Otis Blackwell, è tutto incentrato sull’industria discografica. Ambientato per la maggior parte all’interno degli uffici dell’American Century Records, segue i suoi impiegati in una giornata di ordinario caos che si dipana in una girandola di eventi quasi per addetti ai lavori. Vediamo infatti artisti in procinto di firmare contratti discografici (i proto-punk Nasty Bits), dirigenti che cercano di smerciare copie illegali di dischi ai negozi, discografici in competizione spietata tra di loro per accaparrarsi gli artisti più redditizi, ex musicisti che si improvvisano manager e dipendenti disposti a tutto pur di tenersi stretto il lavoro. E, come nei migliori cliché del rock ‘n’ roll, in mezzo vediamo montagne di droga, secchi di alcol e anche secchi (reali) in cui vengono bruciati i nastri di chi nella musica ci ha sempre creduto (Lester Grimes), ma che per motivi legati all’immorale condotta di Richie Finestra ha perso tutti i suoi sogni di gloria lungo la strada.

La band fittizia che appare nell’episodio, capitanata dal coloratissimo e afro Hannibal (interpretato da Daniel J. Watts), è ovviamente ispirata a quei geni degli Sly & The Family Stone, purtroppo quasi sconosciuti qui in Italia, ma che tra gli anni sessanta e i settanta sono stati l’anello di congiunzione tra il funk ed il rock con album come Dance to the Music e There’s a Riot Goin’ On, che hanno avuto un impatto, all’epoca, pari a quello di indiscussi masterpiece come Exile on Main St. degli Stones o The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd (da segnalare che nella scena ambientata alla fabbrica di vinili – una delle più belle dell’episodio – si sente Money tratta proprio da quest’ultimo album, di cui possiamo anche ammirare il vinile fresco di stampa).

Continua quindi il viaggio di Richie, che tenta in tutti i modi di restare a galla mentre è in cerca di quell’artista che riuscirà – forse – a ridargli credibilità nell’ambiente dopo la mancata fusione con la PolyGram. Proseguono anche le indagini della polizia sull’omicidio di Buck Rogers, che iniziano pericolosamente a sfiorare Richie. Continua anche il percorso di sua moglie Devon – a dire la verità, finora la storyline più debole della serie – in crisi con un marito che pare sempre più distante da lei. Più in generale, prosegue il viaggio in questa favolosa New York anni settanta a ritmo di rock, blues e funky.

Come canta Janis Joplin, “You got a woman waiting for you there / All you ever gotta do is be a good man one time to one woman” – qualcosa che sembra sempre più difficile per il nostro Finestra, ormai obnubilato dalla cocaina.

LOCATION DELLA PUNTATA

THE ACADEMY OF MUSIC La seconda parte della puntata si svolge al concerto di uno degli artisti black più in voga del momento, Hannibal, gallina dalle uova d’oro dall’American Century e insidiato dal loro rivale, Jackie Jarvis. Mentre Hannibal non è mai esistito, il posto in cui si esibisce non solo è realmente esistito, ma era un’istituzione nella New York degli anni settanta. Parliamo dell’Academy of Music.

Costruita dal magnate del cinema William Fox e inaugurata nel 1926, con i suoi 3.000 posti era una delle principali sale cinematografiche nel quartiere di Union Square. Dopo la scomparsa del leggendario Fillmore East nel 1971, l’Academy trovò nuova vita come principale sede per concerti rock di medie dimensioni. Per tutti gli anni settanta ebbe un’incredibile doppia vita: sala da concerti di notte e cinema specializzato in film di kung-fu di giorno. Per tre o quattro sere a settimana, la crema del rock anni settanta si è esibita lì, tre gruppi a serata, con spettacoli alle 20 e alle 23:30. Verso la fine dei settanta divenne una sala da concerti a tempo pieno e nel 1976 fu ribattezzata “The Palladium”. Nel 1985 gli interni furono ristrutturati per trasformarlo in un nightclub dallo stesso nome. Purtroppo queste storie non hanno mai un lieto fine; nel 1997, la New York University acquistò la proprietà e decise di demolire gli edifici per costruire dei dormitori. Il 2 e 3 maggio 1997, i Fugazi tenne due concerti sold out al Palladium; furono gli ultimi di sempre nella storica venue.