Immagini dello Space Needle, della Key Arena, dell’Easy Street Records, del Crocodile Cafe, del Safeco Field, della statua e della tomba di Jimi Hendrix – già immortalata in una delle più belle scene del cult movie Singles, opera seconda di Cameron Crowe – si alternano veloci nei titoli di testa e ci fanno immediatamente capire qual è la città toccata dal tour della Staton-House Band in questo settimo episodio di Roadies. Stiamo parlando, ovviamente, di Seattle, la città che ha dato i natali a band come Sonics, Pearl Jam, Nirvana, Soundgarden e tante altre. Carpet Season, al momento uno dei migliori episodi della stagione, vede l’inatteso e apprezzato ritorno di Phil – un sempre più grintoso e folle Ron White – l’ex road manager “cowboy” richiamato a forza da Preston, il manager della band (personaggio quasi mitologico e tendenzialmente stronzo, che si palesa solo al telefono e sempre attaccato alla sigaretta), preoccupato per gli ultimi sviluppi del tour che, tra maledizioni presunte e imprevisti reali, membri della band ripiombati in vortici di autodistruzione alcolica e sconvolgenti comeback (Janine) pare avviato verso una brutta china.
L’episodio si potrebbe riassumere in questa semplice massima: ad avvicinarsi troppo ai propri idoli, si rischia di finire bruciati. Ne sa qualcosa la povera Kelly Ann, che lo sperimenta sulla sua pelle quando si trova faccia a faccia con la sua eroina, Abby Van Ness (interpretata da una cattivissima Rosanna Arquette), fotografa-diva già al servizio di gente come Stones, Prince e Johnny Cash. Piombata nel backstage con tutto il suo entourage per immortalare la band per la copertina di Vanity Fair, il suo continuo name-dropping, l’atteggiamento odioso e le sue idee pretenziose e grottesche per il set fotografico la rendono un personaggio fin troppo caricaturale e sopra le righe. Come già visto con Bryce Newman, il blogger del terzo episodio, il fatto di ridicolizzarli ed enfatizzarne gli stereotipi negativi fa pensare che Cameron Crowe non abbia in grande simpatia queste particolari categorie di personaggi che si muovono intorno al grande circo del rock. La band ovviamente non si trova affatto a suo agio con le direttive della vanitosa fotografa e si ribella in modo molto rock ‘n’ roll, mentre Kelly Ann si prende la sua personale rivincita riuscendo con un tempismo perfetto a realizzare lo scatto della vita.Se Kelly Ann come fan rimane delusa dal suo idolo a livello umano, parallelamente vediamo anche l’altro lato della medaglia, con la crew che vede la sua fiducia tradita quando scopre che il superfan Mike Finger, che era stato accolto con ogni onore nella grande famiglia della SHB, ha rubato il mitico annuario di Janine e anche l’iPad di Christopher House, su cui c’erano dei nuovi demo inediti. Bill, Phil e Reg piombano a casa sua pronti a tutto pur di recuperare il maltolto, ma rimangono a bocca aperta quando Finger apre loro la porta della stanza-museo in cui è custodito tutto il materiale collezionato con devozione dal fan nel corso degli anni. Una scena molto bella ed emozionante (se siete dei superfan, forse anche a voi scenderà una lacrimuccia), una di quelle in cui Cameron Crowe è maestro. Mentre Bill e Phil ascoltano il demo e si fanno prendere dalla nostalgia osservando i vecchi ricordi, Bill ha il suo immancabile “momento Cameron Crowe” (“Stare qui, ricordare tutto quello che stavo quasi dimenticando… voglio dire, questa band ci ha dato tutto”). C’è da dire che il twist del personaggio di Mike Finger non è negativo come quello di Janine dello scorso episodio, perché come dice lo stesso Finger in questo caso è la crew che ha sbagliato, facendolo avvicinare troppo alla sua band preferita, e per un superfan come lui la tentazione di mettere le mani su qualcosa di unico è stata irresistibile. Morale della favola, mai permettere a un fan di entrare troppo in contatto con il mondo reale della band, se non si vogliono rischiare brutte sorprese.
Per il resto, vediamo l’evolversi del rapporto di amicizia tra Wes e Weston, il figlio del cantante Tom Staton, e il prevedibile tira e molla “vorrei ma non posso, o forse sì” tra Bill e Shelli, che ormai tende a essere sempre più ripetitivo e tedioso ed è forse l’unica nota stonata. Carpet Season in definitiva è uno dei migliori episodi di questa serie che, partita un po’ in sordina, sta crescendo di settimana in settimana. Grazie al ritorno di un personaggio trascinante come Phil, che ci regala alcuni momenti memorabili (spassosissima la dinamica tra lui e Reg), e a tanta bella musica che si integra perfettamente con le divertenti situazioni che si susseguono, l’episodio ha davvero un bel ritmo. Pollice in su. Keep on rockin’!
Encore:
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Il bel demo che Bill, Reg e Phil ascoltano sull’iPad di Christopher House trafugato dal superfan Mike Finger è uno strumentale – inedito – a firma Mike McCready e intitolato Outside The Lines. Interessante notare il parallelismo tra il chitarrista della SHB – che nella serie TV si riattacca alla bottiglia dopo anni di sobrietà – e il passato di McCready costellato da abusi alcolici di vario tipo.
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Sempre a proposito di Mike McCready, questo è l’episodio in cui il chitarrista dei Pearl Jam viene nominato più spesso. I più attenti noteranno che vengono anche citate sua moglie Ashley e Liz Burns, la production manager dei Pearl Jam.
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Lo special guest musicale della puntata è Halsey, classe 1994, talentuosa cantante americana che ha iniziato la sua carriera un paio di anni fa pubblicando sul suo canale YouTube una cover di Taylor Swift. La stessa Taylor Swift che in Roadies ha tenuto un tour nello spazio (!) accompagnata da Phil.
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La canzone che Halsey e Wes suonano sotto lo stage è la versione acustica di Hold Me Down, brano incluso nel disco di debutto della cantante di Washington, pubblicato nel 2015 e intitolato Badlands.
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Siamo a Seattle e durante il consueto morning circle Bill menziona varie glorie cittadine come Jimi Hendrix, Duff McKagan, i Seattle Supersonics, gli “umili pionieri” Mudhoney, i Pearl Jam e anche le Heart (band in cui milita Nancy Wilson, ex moglie di Cameron Crowe).
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In questo episodio si possono ascoltare ben due canzoni di Courtney Barnett – Nobody Really Cares If You Don’t Go to the Party e la contagiosa Pedestrian at Best – presenti nel debutto di questa promettente artista australiana intitolato Sometimes I Sit and Think, and Sometimes I Just Sit, pubblicato l’anno scorso.
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La selezione musicale di questa puntata è sensazionale: si va dai Cage The Elephant ai Sun Kil Moon fino ad arrivare ai Black Lips, tutti artisti che vi consigliamo caldamente di ascoltare.
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Nella scena iniziale all’incontro degli Alcolisti Anonimi, Bill decanta le lodi del disco di Bob Dylan Shot Of Love, pubblicato nel lontano 1981, che vi invitiamo a recuperare. Ottimo consiglio, Bill!
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Heaven is a Place On Earth, la canzone che la crew canta al karaoke durante il compleanno di Shelli, è un celebre brano pop rock originariamente inciso e metà degli anni ottanta dalla cantante statunitense Belinda Carlisle, l’ex leader delle seminali Go-Go’s.
Roadies Episode 7 | Song List
Nobody Really Cares If You Don’t Go to the Party – Courtney Barnett
World Spins Madly On – The Weepies
Lost Verses (Acoustic) – Sun Kil Moon
Always Something – Cage the Elephant
Advice on Bears – Boats
Cary On, Carry On, Carry On – He’s My Brother, She’s My Sister
Pedestrian at Best – Courtney Barnett
Hold Me Down – Halsey (with Machine Gun Kelly)
I Am Not Waiting Anymore – Field Report
Banditos Eternos – Derek Poulsen
Blue Mountain – Derek Poulsen
Ghost – Halsey (Song of the Day)
Hollow Head/Hollow Heart – Austin Basham
Outside the Lines – Mike McCready
The 4:19 – Lewis & Leigh
Lawless Avenue – Jackson Browne
Feeling OK – Best Coast
Guilt – Young Buffalo
Hollow Crown – Isaac Gracie
Alone – Trampled by Turtles
Heaven is a Place On Earth – Cast of Roadies
Make You Mine – Black Lips

Nata nel 1980, entra nel team di pearljamonline.it nel 2007, curando in particolare la versione in inglese e la sezione testi e traduzioni. Coautrice di “Pearl Jam Evolution”, sempre alla ricerca di notizie e curiosità sulla band.
Canzone preferita: Given To Fly
Album preferito: Vitalogy
Artisti o gruppi preferiti oltre i PJ: Bruce Springsteen, U2, Mark Lanegan, Cat Power, Ramones