Roadies – Nono Episodio: The Corporate Gig

Oggi divento la persona che saprà essere sempre vera, in un mondo di pure stronzate.

Oggi prometto a me stessa, come persona e come artista, di non svendermi assolutamente mai.

Queste sono le parole contenute in una lettera che Kelly Ann – la sempre più brava Imogen Poots – aveva scritto a se stessa all’età di sedici anni, e ritrovata in un vecchio hard disk da suo fratello Wes.

Parole che fanno riflettere su uno degli eterni dilemmi che attanaglia il mondo del rock: svendersi al “sistema”, entrare in un meccanismo che alla lunga rischia di logorare una band oppure rimanere fedeli a se stessi, duri e puri, senza scendere a compromessi con il business? Pragmatismo o idealismo? Lester Bangs, il famoso critico musicale, sarebbe stato sicuramente a favore della seconda soluzione. Ma i tempi cambiano e la Staton-House Band, che nel penultimo episodio di Roadies fa tappa a San Diego, sceglie invece di prendere parte a un evento aziendale, suonando tre canzoni e incassando con relativa facilità un compenso esorbitante. The Corporate Gig è ambientata infatti a un evento a porte chiuse dedicato ai dipendenti della Fun Co, un’azienda che fabbrica una gomma utilizzata sia per creare giocattoli sia per produrre la più letale pallottola di gomma in commercio. La SHB viene inviata a esibirsi direttamente da Jack Peltz, il CEO dell’azienda (“Quest’anno, per il nostro 40esimo, abbiamo la mia band preferita, la Staton-House!” esclama dal palco), imprenditore amante del rock che si vanta addirittura di aver fatto riunire i Guns N’ Roses. La crew, Kelly Ann in primis, non è certo entusiasta, ma finisce per prendere alla lettera le parole di Phil che, citando Jimi Hendrix, dice loro: Sballatevi e non pensateci”.

In vista dell’atteso season finale – nel quale, ricordiamo, apparirà Eddie Vedder dei Pearl Jam – tutte le storie dei personaggi principali si avviano verso la loro naturale conclusione. Si tratta di un episodio godibile in cui assistiamo agli sviluppi amorosi tra Shelli e Bill – che paiono intenzionati a portare avanti la loro storia – e tra Kelly Ann e Reg, che con l’aiuto dell’alcol trovano finalmente il coraggio di rivelarsi i reciproci sentimenti. Nel frattempo, il bassista Rick dà il benservito senza tanti complimenti alla groupie/stalker Natalie (non ne sentiremo la mancanza).

I due più grandi sviluppi della trama arrivano verso la fine. Chris House è irreperibile e la SHB è costretta ad esibirsi senza di lui. Con un colpo di scena, a fine serata Chris manda una nota a Tom Staton in cui gli comunica di aver chiuso con la band, lasciando tutti di stucco dal momento che sembrava Tom quello sul punto di lasciare o rivoluzionare tutto, al punto di essersi già attivato per convincere Shelli a diventare il nuovo manager, facendo fuori Bill. Vedremo come si risolverà la pesante crisi della band nell’ultimo episodio.

Nelle scene finali, a Phil passano dei flash della sua vita davanti agli occhi prima di collassare tra le braccia di Reg. Dopo aver gioito per il suo ritorno nella serie e aver ripercorso nell’episodio precedente – il migliore della stagione – la sua vita on the road, prepariamoci a tirare fuori i fazzoletti e a dirgli addio nel season finale, perché tutto lascia presagire che il personaggio più amato della crew della SHB, la vera rockstar dei roadies, ci abbia definitivamente lasciati (il tocco di classe della caduta in piscina fa molto “morte rock rock ‘n’ roll”).

L’episodio è co-scritto da Cameron Crowe e Winnie Holzman, e diretto con mano sicura da Jon Kasdan (figlio del noto Lawrence Kasdan, regista de Il Grande Freddo e co-sceneggiatore degli episodi più riusciti della saga di Star Wars), che fa un lavoro brillante strizzando l’occhio in più di un’occasione a Radio America, l’ultimo film di uno dei più grandi cineasti di sempre, Robert Altman.

Appuntamento alla prossima settimana con il grande finale di stagione!

Encore:
  • L’ospite musicale di questo episodio sono i Phantogram, duo newyorkese con all’attivo un paio di album tra cui il frizzante ed eclettico Voices (edito dalla Barsuk Records, etichetta indipendente fondata a Seattle nel 1994), che vi consigliamo di recuperare.

  • Al party dopo lo show, Kelly Ann (Imogen Poots) ordina una piña colada chiamandola per sbaglio “Pino Palladino”, che è il nome dell’attuale bassista degli Who.

  • La nota che Chris manda a Tom per comunicargli che ha lasciato la band — e che termina con la frase “Long May You Run” — è un riferimento diretto a Neil Young, che nel 1976 abbandonò il tour che stava tenendo insieme a Stephen Stills per promuovere il loro album Long May You Run. Young se ne andò dopo soli nove show, dando il benservito a Stills con un laconico telegramma: “Caro Stephen, buffo come delle cose che nascono spontaneamente muoiono altrettanto spontaneamente. Mangiati una pesca. Neil”.

  • Nello score è presente una canzone dei Sun Kil Moon, band indie folk statunitense capitanata da Mark Kozelek dei Red House Painters, da sempre una delle band preferite di Cameron Crowe.

  • Tra gli ospiti presenti nel bill dell’evento figurano i Future, i Phantogram, gli alt-J e Gwen Stefani. Il presentatore della serata è l’attore David Spade, che recita anche in Dead Sex, serie TV fittizia della quale tutti i roadies sono grandi fan.

Roadies Episode 9 | Song List

Reach Us – Derek Poulsen

Vacation – Florist

Absolute Loser – Fruit Bats

Little Cloud – Desert Stars

Half a Native – Buxton

Hurt Me – Låpsley

Talking to You (Is Like Talking To Myself) – Daryl Hall

Lost in the Zoo – Goddamn Electric Bill

You Don’t Get Me High Anymore – Phantogram

Stella – Here We Go Magic

Make Ya Feel Good – Craig Paul Hardy & Theo Chinara

On Fleek (Full Mix) – Warner/Chappell Productions

Lost Verses – Sun Kil Moon

Ready for Yr Closeup – Là-Bas

Soup For One – Chic

Always Be – TVÅ

Let’s Go Forward – Sananda Maitreya

Look at Miss Ohio (Gillian Welch) – Peter Cambor & Jen Tullock

Advanced Falconry – Mutual Benefit

Cergy-Pontoise – The Magnetic North

Willin’ – Jackson Browne and Lucius