Roadies – Secondo episodio: What Would Phil Do?

Come farà la crew di Roadies dopo il licenziamento in tronco del road manager Phil? Il secondo episodio della serie TV ideata e diretta da Cameron Crowe è tutta incentrata su questo dilemma.

Perdere una pedina importante come Phil (Ron White), una vita passata in tour a fianco di gente come Lynyrd Skynyrd e Pink Floyd, rischia di mandare in crisi la crew che segue la Staton-House Band. Shelli mantiene la sua prontezza e professionalità, mentre il tour manager Bill si trova all’improvviso a dover gestire da solo le bizze della band e a ricompattare una crew demotivata. Se il pilot era focalizzato principalmente sulla figura di Kelly Ann, il secondo episodio è tutto per il personaggio interpretato da Luke Wilson, bravissimo a vestire i panni del leader per caso, disorientato e fisicamente a disagio.

Nel frattempo, il tagliatore di teste Reg Whitehead (Rafe Spall) cerca di farsi accettare dai roadies – con scarso successo – mentre è incaricato dell’arduo compito di razionalizzare i costi del tour. I suoi colloqui con la crew ci permettono di familiarizzare con i personaggi secondari, che parlano del loro lavoro in termini di missioni spirituali come “sentire il pericolo”, “proteggere il basso” o “aggiustare cose rotte”. Allo stesso tempo, contribuiscono a mettere Reg in una luce positiva, visto che alla fine deciderà di non licenziare nessuno.

Come avevamo visto alla fine del primo episodio, Kelly Ann è tornata sui suoi passi. La sua decisione di restare non è esattamente accolta con entusiasmo dai colleghi, e oltre a perdere il suo posto sul tour bus viene demansionata: a lei, esperta rigger – come in gergo si chiamano gli “uomini ragno”, operai che lavorano sospesi a decine di metri da terra e si occupano di fissare gli argani elettrici che sostengono casse, luci, schermi etc. – viene sbolognato l’ingrato compito di caricare i testi delle canzoni sul telesuggeritore, richiesto dal cantante Tom Staton dopo la decisione di rivoluzionare le scalette. Per farlo, Kelly Ann deve conoscere la successione esatta dei brani ed è costretta a sollecitare direttamente l’altra anima della band, Christopher House, il cui atteggiamento lascia intuire una strisciante tensione tra lui e il cantante. Ovviamente la scaletta arriverà solo all’ultimo minuto, complicandole le cose, ma ironicamente era stata proprio l’insoddisfazione della ragazza per le setlist sempre uguali a spingerla a voler lasciare il tour. Careful what you wish for, Kelly Ann…

A complicare tutto, appena prima del concerto a Memphis se ne vanno i The Head and the Heart, gli opening act del primo episodio, beccati a nascondere le casse della crew della SHB. Dopo varie telefonate da parte di un sempre più stressato Bill a tutti i suoi contatti, interviene Phil, l’ex road manager che ora è in tour con Taylor Swift, pronta a lanciare il suo primo tour “nello spazio” (esilarante lo scambio di battute via FaceTime tra Bill e Phil: “Ricordati, il mondo è di Taylor Swift — lei ci lascia solo farne parte”). Sarà proprio Phil a salvare all’ultimo la situazione chiamando l’artista Reignwolf a fare da supporter al gruppo principale.

La presenza di artisti “reali” come The Head and the Heart e Reignwolf ci permette di fare una considerazione molto interessante relativa a questa serie TV. Oltre a fotografare la vita di una crew on the road, Roadies funge anche da preziosa vetrina per artisti emergenti. The Head and the Heart sono infatti una band indie folk di Seattle, mentre Reignwolf è un talentuoso artista canadese trapiantato a Seattle. Il suo disco di debutto è previsto per fine estate per la Stardog Records, l’etichetta creata nel lontano 1989 per la pubblicazione del primo EP dei Mother Love Bone, e che di recente è stata fatta risorgere da Kelly Curtis in partnership con Republic Records per la ristampa dell’album dei Mother Love Bone, nonché per l’uscita della colonna sonora ufficiale di Roadies (26 agosto 2016). Tutto chiaro, no? Con l’industria discografica piegata su se stessa e che fatica a trovare sbocchi per i giovani talenti, l’inclusione di band del sottobosco underground nei primi due episodi è funzionale, da un lato, a farli conoscere al vasto pubblico delle serie tv, dall’altro ad inserire dei character reali che si mischiano senza soluzione di continuità a band fittizie come la Staton-House Band. In pratica, una win-win situation per gli sceneggiatori e gli artisti coinvolti, che presentano i loro brani entrando attivamente a far parte della trama.

In questa gustosa commistione tra fiction e realtà, non stupisce che la Staton-House Band – lei sì, totalmente fittizia – sia provvista di pagine ufficiali su Twitter Instagram e Facebook che documentano il loro “Capture The Flag Tour” in corso, e di un sito web con tanto di news, discografia e biografia. Chissà quali sorprese ci riserveranno le prossime date del tour.

Roadies Episode 2 – Songlist

Light Me Up – Bronze Radio Return

Son of Preacher Man – Bobbie Gentry

O.N.E. – Yeasayer

Talent Show – The Replacements

Sun Models – Odesza (feat. Madelyn Grant)

Ain’t Nothing Going On But The Rent – Gwen Guthrie (Song of the Day)

Hardcore – Reignwolf

Dreams of Flying – Mudcrutch

Are You Satisfied? – Reignwolf

Early Meditations of Janine (score) – J.J. Abrams

Pretty Pimpin – Kurt Vile