Mike McCready: Q&A con USA Today | 2005

Quattordici anni e non è finita: al passo con i Pearl Jam

Usa Today | 12 Luglio 2005

By Whitney Matheson
Traduzione a cura di Last Soldier

Cosa puoi dire a noi fan sul nuovo album e sul prossimo tour in Nord America? — Kasey Lawson, Murfreesboro, Tenn.

Il nuovo album è più o meno a metà. Suona in modo incredibile. Ed (Vedder) sta cantando come non ho mai sentito prima. Ha aumentato il livello qualitativo in tutte le canzoni. Credo che ci stiamo stimolando a vicenda per fare un album davvero classico e rock. Non ci sono ancora le date di pubblicazione del disco e nemmeno dell’inizio del tour, ma speriamo di suonare negli USA l’anno prossimo.

A fine anno aprirete lo show dei Rolling Stones a Pittsburgh. Ci puoi dire come si è presentata questa opportunità e che tipo di setlist state pianificando? — Chris Mishler, Johnstown, PA.

Credo che qualcuno abbia telefonato al nostro manager e gli abbia chiesto se potevamo aprire lo show, e noi abbiamo detto “certo!”. L’abbiamo già fatto una volta ed è stata un’esperienza incredibile. Non sono sicuro riguardo alla setlist, visto che la decideremo il giorno stesso dello show, come faciamo sempre. Possiamo suonare per un’ora… non vedo l’ora; gli Stones sono la mia band preferita!

I Pearl Jam come decidono la setlist ogni sera? Credo che molti fan della band direbbero che gran parte del divertimento ai concerti consista nella sorpresa di non sapere quali canzoni suonerete. — Lauri Mancinelli, Cambridge, Mass.

Ci piace sorprendere i fan, e ci piace anche mantenere le cose fresche per noi stessi. Molte volte Ed si siede un’ora prima dello show e dà un’occhiata al set della sera prima. Noi inseriamo o togliamo canzoni in base a quello che proviamo o a quello che crediamo renderà bene in quella determinata città. In alcuni show, la setlist viene cambiata mentre siamo sul palco. Credo che Ed pensi molto durante la giornata, in modo da fare il miglior show possibile per i fan e per noi stessi.

Il fatto che i Pearl Jam abbiano firmato per la J Records è passato innosservato. C’è stato qualcosa in particolare che vi ha fatto prendere la decisione di lasciare la Epic e di passare alla J Records? — Clint Brownlee, Seattle

Credo che il nostro rapporto con la Epic fosse arrivato alla sua conclusione naturale, e ha coinciso con la firma per la nuova stagione. Abbiamo deciso di non continuare con loro. L’opportunità di iniziare una nuova collaborazione era eccittante per noi. Ci siamo messi in contatto con varie grosse etichette, compresa la J Records. Ci piace tantissimo Clive Davis e il suo staff. Hanno un livello di rispetto uguale da entrambi le parti. La band si è trovata molto bene con quello che la J poteva offrirci e col modo in cui ci lascerebbero svolgere il nostro lavoro creativamente. Abbiamo pubblicato un album per la J l’anno scorso – Live at Benaroya Hall – quindi il prossimo album sarà il secondo con loro.

Dopo 14 anni in una delle più conosciute e rispettate rock band del mondo, in che modo tu e i tuoi compagni della band riuscite a mantenere una vita normale? I vostri nomi non appaiono mai sulle riviste, salvo quando si parla di musica. È difficile mantere l’anonimato? — Trey Busch, Walla Walla, Wash.

Molto presto abbiamo deciso di mantenere le nostre vite private per lasciare che la musica parlasse per noi. È stato un nostro piano fare foto in cui non riesci a capire cosa succede, che non si focalizzano sulla band, ma che invece si incentrano su un tema. Questo è stato fatto per conservare un po’ del nostro anonimato, per fare in modo di lasciarci vivere le nostre vite e puntare l’obbiettivo sulla musica. Intanto ci sono alcuni video molto belli in giro e abbiamo fatto alcuni video che mi sono piaciuti tantissimo e possiamo farli ancora. A questo punto, visto che abbiamo continuato sulla stessa strada per tanti anni, sento che siamo più liberi di fare delle scelte, motivate da quello che ci sembra giusto creativamente in un determinato momento.

Mike, ho 16 anni e ti ascolto da quando mio padre mi regalò Ten. La mia domanda è: una volta hai detto che Corduroy è la canzone dei Pearl Jam che ti piace di meno, quindi qual è la tua canzone preferita? — Kyle Cunningham, Sarasota, Fla.

La canzone lenta che mi piace di più è Nothingman; è oscura ma ti dà la speranza allo stesso tempo. La mia preferita di quelle in stile rock è Go, perché è pesante e caotica.

Potresti per favore spendere un minuto per raccontarci la tua battaglia personale contro il morbo di Crohn, i progressi che stanno facendo per trovare una cura e quello che ognuno di noi può fare per aiutare? Grazie per tutto quello che fai. — Matt Thompson, Oklahoma City

Ho il morbo di Crohn da più o meno 19 anni. È una malattia debilitante che attacca il colon. Ho trascorso la maggior parte della mia vita con infiammazione cronica e dolore costante, con diarrea immediata. Per via di questi sintomi, questo è uno di quegli argomenti che non appare nella lista delle “chiacchiere da cena” e di cui molta gente ha vergogna a parlare. Ho cominciato a parlarne pubblicamente perché non volevo che le persone soffrissero in silenzio – è frustrante.

Più di due millioni di uomini, donne e bambini soffrono di Crohn e/o di colite ulcerativa. Attualmente faccio una dieta a base di carboidrati specifici, unita a medicine come Imuran e Colazal. Per il momento credo che la dieta sia l’unica cosa che sta funzionando su di me. Persone come te possono aiutare contattando il Crohn’s and Colitis Foundation of America e imparare di più sulla malattia, oppure donare soldi per la ricerca su www.ccfa.org. La CCFA mi ha aiutato a capire che non ero più solo con la mia malattia. Tutte volte che faccio una nuova connessione MICI (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali), mi sento fiducioso!

Mike, ho visto molti tuoi show dagli USA al Giappone. Qual è lo show che la band considera come il migliore di tutti? — Willis Harold Bassett, Des Moines

Credo che il miglior show sia stato la seconda serata alla Key Arena a Seattle nel 2000 (credo). Non importa la data, il pubblico della nostra terra natale era incredibile. Era anche la fine del tour, quindi eravamo gasatissimi.

Qual è la canzone dei Pearl Jam più difficile da suonare? — Bill Hayden, Cleveland

Sicuramente In Hiding. Costantemente osservo le dita di Stone (Gossard). Cerco di non sbagliare ma normalmente lo faccio – ha molte variazioni e note da ricordare.

Cosa ne pensi dello stato attuale del rock? Si trova preda della monotonia, sta morendo, oppure l’hip hop semplicemnte ha ingannato tutti quanti? Quali band credi che abbiano quel qualcosa necessario per mettere nuovamente il rock sulle mappe? — Sean Fader, Phoenixville, Pa.

Credo che il rock ‘n’ roll spacchi ancora con band come Social Distortion, Death Cab for Cutie, Sleater-Kinney, Supersuckers, Queens of the Stone Age, The Killers, The Strokes ed altre. Credo che il rock compia dei cicli ogni 10 anni circa.

Una volta ho letto che consideri il tuo modo di suonare spirituale. Ce ne puoi parlare ancora? — Leslie Scott-Russell, Palmyra, N.Y.

Rimango in uno stato di coscienza che non riesco a spiegare. Ha a che fare con il sentire e non con il pensare. Ho dei brividi positivi e visioni di cose in cui non riesco ad arrivare in un’altra maniera. È la cura dell’anima.

Cosa credi abbia contribuito al potere permanente dei Pearl Jam? — Melissa Parker, Anniston, Ala.

I fan. Sono stati con noi nei buoni e nei brutti momenti. Rimango continuamente impressionato dal loro appoggio col passare degli anni. Credo sia anche per il fatto che noi operiamo sotto il radar per quello che riguardano gli aspetti non-musicali delle nostre vite. Passiamo anche molto tempo gli uni lontani dagli altri per vivere le nostre vite separate, il che ci permette di rimanere eccittati quando ci riuniamo per suonare della musica.

Mi piacerebbe sapere come sei riuscito a smettere di fumare mentre eri ancora in studio e in tour. — Sharon Sherman, Toronto

Rimanevo senza fiato quando correvo sul palco e non lo sopportavo più. Mi sono reso conto prima del tour australiano che dovevo smettere. Non funzionava più (Non ha mai funzionato!). Ho letto un libro intitolato “La maniera più facile per smettere di fumare” di Allen Carr. Sono passati 3 anni e sono molto contento di aver smesso.

Quale pensi che sia la migliore rock band americana di tutti i tempi? — Chris Lemanski, New Britain, Conn.

Credo che ogni band avrebbe una risposta diversa a questa domanda. I KISS personalmente mi hanno ispirato a imbracciare una chitarra e andare fino in fondo. La mia vita sarebbe diversa senza Paul Stanley o Ace Frehley. Loro sono probabilmente i migliori nella mia lista delle influenze di quando avevo 11 anni.