Ecco com’è andato il primo concerto del 2025 dei Pearl Jam.

Opening Act: Dead Pioneers
Setlist: Oceans, Present Tense, Why Go, Deep, Amongst The Waves, React, Respond, Dark Matter, Wreckage, Even Flow, Down, Corduroy, Won’t Tell, Leatherman, Wishlist, Running, Lukin, Porch
Encore: I Won’t Back Down (Tom Petty), Footsteps, Do The Evolution, So You Want To Be A Rock ‘n’ Roll Star? (The Byrds) Crazy Mary (Victoria Williams), Alive, Baba O’Riley (The Who), Setting Sun
Il concerto dei Pearl Jam del 24 aprile 2025 al Seminole Hard Rock Live di Hollywood, Florida, è stato un’esperienza intensa e profondamente sentita, un mix perfetto tra debutti live, omaggi, racconti personali e classici intramontabili.
La serata è iniziata con una cerimonia privata insieme a membri della tribù Seminole, che hanno onorato la band con un regalo e parole cariche di significato. Eddie Vedder, visibilmente colpito, ha raccontato questo momento al pubblico, sottolineando l’importanza del riconoscimento ricevuto e ringraziando Jeff Ament per il suo impegno con le comunità indigene.
Lo show è cominciato alle 20:51, dopo l’apertura dei Dead Pioneers. La band è entrata in punta di piedi con Oceans, creando subito un’atmosfera sospesa e vibrante. Subito dopo, Present Tense e Why Go hanno acceso l’entusiasmo del pubblico, che ha risposto con energia.
Una delle particolarità della scaletta è stata la continuità con il tour dello scorso anno: i nuovi brani da Dark Matter sono ormai parte integrante del repertorio live, come se avessero sempre fatto parte della storia della band. React, Respond, Wreckage, Running, Dark Matter e Won’t Tell hanno trovato posto tra i classici, dimostrando quanto la band creda in questo nuovo capitolo. Won’t Tell, ha regalato un momento intimo e riflessivo, accolto con attenzione e calore da parte del pubblico.
Da notare l’inclusione nella setlist di pezzi ormai abbastanza rari come Leatherman, Deep, Down e Amongst The Waves, accolti con entusiasmo dai fan di lunga data. La band ha saputo bilanciare il nuovo materiale con vere e proprie chicche del passato, costruendo una scaletta densa e sorprendente.
Eddie è stato molto comunicativo. Ha ricordato il primo concerto della band in Florida, parlando dell’albergo con piscina a forma di chitarra e di come quel ricordo sia ancora vivo.
Ha anche condiviso momenti personali, come una commovente dedica a Tom Petty prima di suonare I Won’t Back Down. Sempre nell’encore è stata proposta So You Want To Be A Rock ‘n’ Roll Star?, cover dei Byrds, che i Pearl Jam non suonavano da ben 15 anni.
Tra gli highlight, Footsteps è stato uno dei momenti più emozionanti, eseguito con una carica emotiva profonda. Porch ha riportato la band alle origini, mentre Crazy Mary è stata suonata in una versione lunga e imprevedibile, con Mike McCready e Boom Gaspar in grande spolvero.
Il finale è arrivato con Alive, Baba O’Riley e Setting Sun, proprio come in alcuni concerti dello scorso anno, senza passare dalla consueta Yellow Ledbetter.
Nel complesso, la band ha dimostrato ancora una volta il suo valore, non solo come gruppo musicale ma come collettivo umano in costante dialogo con il pubblico, la storia e il presente.
Curiosità: Leatherman non era presente nella setlist originale della serata.




Nasce nel 1980 a Reggio Emilia. Crea pearljamonline.it nel 2001 e scrive la prima edizione di “Pearl Jam Evolution” nel 2009 insieme alla moglie Daria. Dal 2022, conduce due podcast: “Pearl Jam dalla A alla Z” e “Fuori Orario Not Another Podcast”. Ha collaborato con Barracuda Style, HvsR, Rolling Stone, Rockol e Il Fatto Quotidiano. Continua imperterrito a tentare di trovare “belle melodie che dicono cose terribili”.
Canzone preferita: Present Tense
Album preferito: No Code
Artisti o gruppi preferiti oltre i PJ: Tom Waits, Soundgarden, Ramones, Bruce Springsteen, IDLES, Fontaines D.C., The Murder Capital, Dead Kennedys, Mark Lanegan, Cat Power, R.E.M.