Pearl Jam | 16/05/2025 PPG Paints Arena, Pittsburgh, PA

Nella prima serata alla PPG Paints Arena, i Pearl Jam hanno regalato momenti unici come il debutto della Hand Trilogy, la cover di Bruce Springsteen e il ritorno di Grievance dopo nove anni.

Opening Act: Teen Jesus and the Jean Teasers

Setlist: Footsteps, Low Light, Given to Fly, Mind Your Manners, React, Respond, Corduroy, Dark Matter, Wreckage, Even Flow, Sleight of Hand, Severed Hand, Upper Hand, Grievance, Daughter/It’s Ok (Dead Moon), Jeremy, Got to Give, Porch

Encore: My City of Ruins (Bruce Springsteen), Man of the Hour, Comatose, Do the Evolution, Black, State of Love and Trust, Alive, Baba O’Riley (The Who), Indifference

Il concerto dei Pearl Jam si è aperto con un’atmosfera intima grazie a Footsteps, seguito da una toccante versione di Low Light e una Given To Fly che ha fatto subito decollare la serata. Eddie Vedder ha ringraziato i fan per il calore e, con un sorriso, ha mostrato il regalo ricevuto per il suo compleanno dalla band: una Fender Telecaster signature di Joe Strummer, che ha utilizzato subito dopo su Corduroy.

Il concerto si è fatto sempre più potente con brani come Mind Your Manners, Dark Matter e Wreckage, introdotta da un ricordo commosso di Franco Harris, simbolo di come lo sport e la musica possano unire mondi diversi. Anche in Even Flow, Mike McCready si è preso i suoi spazi per infiammare la platea con uno dei suoi assoli più infuocati del tour.

Poi è arrivato uno dei momenti più attesi: Sleight of Hand, dedicata da Eddie a tutti i working class heroes, ha dato il via a una sequenza unica. Per la prima volta nella storia della band, sono state suonate una dietro l’altra le tre canzoni del repertorio con la parola “hand” nel titolo: Sleight of Hand, Upper Hand e Severed Hand, quest’ultima tornata in set con costanza in questo tour.

Proprio dopo Severed Hand, Eddie ha deciso di prendere una richiesta dal pubblico.

Ha scelto una ragazza tra la folla, che ha chiesto Grievance, pezzo assente da nove anni dalle setlist del gruppo. La band ha accolto la sfida con entusiasmo, ed è venuta fuori una versione potente e precisa, seppure con una piccola sbavatura simpatica: Matt Cameron ha chiuso in anticipo il brano, lasciando Eddie senza l’ultima frase. Una risata collettiva, più che un errore.

A seguire, Daughter e un’intensa Jeremy, interrotta brevemente all’inizio da Eddie per soccorrere un fan in difficoltà sotto il palco. Poi spazio a Got To Give e a Porch, con Eddie che ha indossato un casco dei Pittsburgh Pirates donato da un giovane fan in prima fila.

Dopo la pausa, il bis si è aperto con un momento solenne. Eddie ha preso un attimo di riflessione prima di eseguire My City Of Ruins di Bruce Springsteen, dichiarando che non sa quando la band tornerà a suonare dal vivo (anche se la seconda serata a Pittsburgh – il prossimo 18 maggio – chiuderà ufficialmente questa leg nordamericana del tour). Il pezzo ha lasciato il segno, così come le rare Man of the Hour e Comatose, che hanno aggiunto profondità alla seconda parte del set.

Nel finale, l’inno collettivo di Do the Evolution, la struggente Black, una State of Love and Trust tornata a incendiare il pubblico e la classica sequenza conclusiva con Alive, Baba O’Riley e Indifference.

Da segnalare alcune curiosità sulla setlist originale:

  • I Got Id era prevista ma è stato sostituita con Grievance
  • Indifference non era indicata nella setlist originale
  • Prima volta in assoluto per la Hand Trilogy (Sleight of Hand, Upper Hand, Severed Hand), già parzialmente suonata in sequenza in alcuni concerti precedenti
La setlist originale del concerto
Poster: Brad Klausen