Pearl Jam: un ricordo del tour italiano 2006 che iniziava 13 anni fa oggi

Sono passati tredici anni dall’inizio del tour italiano 2006 dei Pearl Jam. Le setlist, le curiosità, il live report di Claudio Todesco e i video integrali dei concerti. Foto di Carlo Vergani e Daria Fasanelli.

BOLOGNA, PALAMALAGUTI, 14.09.2006

Soundcheck: Baba O’Riley (The Who), Little Wing (Jimi Hendrix), Severed Hand

Supporter:
 My Morning Jacket

Setlist: Small Town, Do The Evolution, Animal, Severed Hand, Given To Fly, World Wide Suicide, Save You, Even Flow, I Am Mine, Marker In The Sand, Green Disease, Daughter/It’s Ok (Dead Moon)/ Improv, Alone, Whipping, Present Tense, Comatose, Porch

Encore: Black, Better Man, Life Wasted, Alive

Encore 2: Bu$hleaguer, Why Go, Baba O’Riley (The Who), Indifference

VERONA, ARENA DI VERONA, 16.09.2006

Soundcheck: Immortality (acustica), Immortality (elettrica), Naked Eye (The Who), Parachutes, U, Alone (strumentale), Education, Inside Job, Gone, M.F.C., Sometimes (solo il riff iniziale), Around The Bend, Long Road (solo il riff iniziale), Picture In A Frame (Tom Waits, solo qualche strofa), Can’t Keep (Acustica)

Supporter: My Morning Jacket

Setlist: Release, Given To Fly, Corduroy. World Wide Suicide, Do The Evolution, Severed Hand, Love Boat Captain, Even Flow, 1/2 Full, Gone, Not For You, Grievance, Marker In The Sand, Jeremy, Wasted Reprise, Better Man, Blood

Encore: Inside Job, Come Back, I Believe In Miracles (Ramones), Porch, Life Wasted

Encore 2:
Small Town, My Verona (The Knack, ‘My Verona’ version), Once, Alive, Rockin’ in the Free World (Neil Young), Yellow Ledbetter

https://www.youtube.com/watch?v=s6yWIYnqDAU

MILANO, FORUM, 17.09.2006

Supporter: My Morning Jacket

Setlist: Go, Last Exit, Save You, World Wide Suicide, Corduroy, Severed Hand, Unemployable, Even Flow, I Am Mine, Man Of The Hour, MFC, Daughter/Another Brick in the Wall Part 2 (Pink Floyd), Faithful, Comatose, State of Love and Trust, Why Go?

Encore: Picture In A Frame (Tom Waits, Eddie Vedder solo), Parachutes, Black, Crazy Mary (Victoria Williams), Given To Fly, Alive

Encore 2: Do The Evolution, Big Wave, Leash, Rockin’ in the Free World (Neil Young), Yellow Ledbetter

TORINO, PALAISOZAKI, 19.09.2006

Supporter: My Morning Jacket

Soundcheck: Leatherman, Tremor Christ, Satan’s Bed, Nothingman, Rival, Breath

Ed Vedder Pre-set (durante il set dei My Morning Jacket): A Quick One (While He’s Away) (The Who)

Setlist: Go, Corduroy, Animal, Small Town, Life Wasted, World Wide Suicide, Comatose, Severed Hand, Marker In The Sand, Parachutes, Unemployable, Big Wave, Gone, Wasted Reprise, Army Reserve, Come Back, Inside Job, Do The Evolution, Rearviewmirror

Encore: Jeremy, Lukin, Better Man, Black, Tremor Christ, Alive

Encore 2: Blood, Even Flow, Baba O’Riley (by The Who), Indifference

https://www.youtube.com/watch?v=whdN8xMjMEg

PISTOIA, PIAZZA DUOMO, 20.09.2006

Supporter: My Morning Jacket

Soundcheck: Light Years, Faithful, Around the Bend

EV Preset: Throw Your Arms (Around Me) (Hunters and the Collectors), It Makes No Difference (The Band, EV durante il set dei My Morning Jacket)

Setlist: Interstellar Overdrive/Corduroy, Rearviewmirror, Life Wasted, World Wide Suicide, Severed Hand, Unemployable, Small Town, Dissident, 1/2 Full, I Got Shit, Even Flow, Come Back, Not For You/Modern Girl (Sleater-Kinney), Breath , Given To Fly, Why Go, Comatose, Porch

Encore: Last Kiss (Wayne Cochran), Hail Hail, State of Love and Trust, Black/Good Woman (Cat Power)/We Belong Together, Crazy Mary (Victoria Williams), Alive

Encore 2: Last Exit, Do The Evolution, Wasted Reprise, Better Man, Spin The Black Circle, Rockin’ in the Free World (Neil Young), Yellow Ledbetter

LIVE REPORT DI CLAUDIO TODESCO

Ti piace pensare che abbiano cominciato il primo concerto del tour italiano con quella canzone per via del testo: “Mio Dio, è passato così tanto tempo, non pensavo che saresti tornato”.

Sei anni e tre mesi dopo i concerti di Verona e Milano del 2000, riecco i Pearl Jam col tour italiano più lungo della loro storia: una settimana, cinque date seguite da una troupe per farne un dvd made in Italy. Un tizio regge uno striscione: “Welcome back home”. L’Italia non è la casa dei Pearl Jam, ma che si trovano bene lo dice pure Eddie nella nostra lingua, tra un sorso e l’altro di vino. Continuerà a parlare in italiano (leggendo da alcuni fogli) e a bere bianco e rosso per tutto il tour.

Dunque la performance di Bologna inizia con Elderly Woman. Dentro all’orrido Palamalaguti si soffoca, il suono è mediocre, la banda nella prima metà del concerto pare scarica, qualche passaggio è pasticciato, il tastierista aggiunto Boom si sente solo durante Black. Vedder, apprenderai poi, non sta bene ed effettivamente la sua voce fatica nei passaggi più impegnativi. L’accoglienza è nondimeno calorosa. Nella seconda parte il concerto decolla.

Bu$hleaguer è sfilacciata, però Eddie l’anima col suo siparietto, giacca argentata e maschera del presidente che poi getta tra il pubblico. Finisce con Indifference in un’atmosfera di sospensione irreale. Niente male come saluto. Solitamente dopo i saluti che si fa, ci si abbraccia?

Se è così, è stato un abbraccio caldo e bagnato. Un terzo del concerto all’Arena di Verona s’è svolto sotto una pioggia battente che non ha compromesso uno show straordinario, uno dei migliori di sempre dei Pearl Jam in Italia, una di quelle sere in cui ti passano davanti agli occhi tutti i motivi per i quali ami questa band, la sua capacità di suonare compatta e vibrante, e allo stesso tempo mostrarti le persone che stanno dietro gli strumenti. Eddie corre su per le scalinate dell’Arena ed è talmente felice che si fa una scivolata sul pavimento bagnato del palco. Quando ci prega di non farci male, ché è questa la cosa più importante, “più importante della musica e del vino” che continua a tracannare, lo sai che non lo dice per posa. Nel caso, Love Boat Captain è lì a ricordarlo (“six years ago today”).

Cambiano anche le parole di Not For You: adesso i posti alla tavola di Vedder sono tre. Dell’ultimo cd, il gruppo sceglie di fare le ballate: Gone, Inside Job e, per Johnny Ramone, Come Back, che è un po’ la nuova Long Road e che è seguita da I Believe In Miracles. A un certo punto Vedder alza la chitarra sopra la testa e la usa per riflettere la luce d’un faro e illuminare il pubblico. Per festeggiare questo splendido posto, suona brevemente My Sharona che diventa My Verona. Poi Mike si siede a bordo palco e attacca Yellow Ledbetter coi piedi penzolanti prima di mandare tutti a casa. Bologna è stata ok, ma un abbraccio è un abbraccio. Anche la voce di Vedder è migliore. Mentre la band suona Alive, lui balla ebbro di (diciamo) gioia e stanchezza. Glielo leggi in faccia che non vorrebbe più scendere dal palco e anche se il concerto è finito continua a ringraziare e a fare gesti come per dire che questa cosa qui, quel che è accaduto stasera, mica lo scorda più.

Milano è un pugno nello stomaco. Te lo meriti: stavi diventando troppo sentimentale. La sequenza iniziale è micidiale, un trionfo di aggressione, caos, distorsione. Arriverà pure Leash: Ed ricorda che l’usarono per chiudere il loro primo concerto italiano in assoluto, nel 1992 al Sorpasso di Milano. È tutto un “vi amiamo” da parte del cantante, visibilmente commosso dall’accoglienza trionfale del Forum, che fa il paio con quella di sei anni fa. È il pubblico migliore e più disposto al canto del tour. Perciò ora è lui a diventare sentimentale. Prima dedica Picture In A Frame di Tom Waits all’”amore della mia vita”, quella Jill che sei anni fa era una sconosciuta che cercava di intrufolarsi nel backstage del Forum di Milano e che oggi è la madre della bimba di Eddie che scorrazza al lato del palco. Poi arrivano Parachutes (ma la tastierina di Boom fa una magra figura), Black e Crazy Mary che si chiude con un duetto potente tra organo e chitarra. Seguendo le “istruzioni” del testo, Eddie prende la bottiglia e la fa girare tra il pubblico. Sotto al palco e sulle tribune si salta, canta, urla, in una dimostrazione di calore paragonabile (quasi) a quella che si verifica a un concerto di Springsteen. Che poi, a ben vedere, se nel tour italiano i Pearl Jam hanno dimostrato qualcosa, oltre alla loro innegabile vitalità, è d’essere i Led Zeppelin e Bruce Springsteen messi assieme dal carisma di uno dei pochi cantanti viventi in grado di comunicare con umanità e senza retorica con te, ma proprio te che sei un puntino in mezzo a 12mila persone.

A Torino cominci a pensare che i Pearl Jam stiano suonando per la comunità di fan che li segue da un concerto all’altro. Eddie avverte: “Faremo una set list speciale: in tempo di guerra suoneremo canzoni che parlano dell’importanza della pace”. I sei si lanciano nell’esecuzione integrale, canzone per canzone, dell’ultimo album Pearl Jam, una cosa che fanno raramente e solo in occasioni speciali. La tensione del concerto purtroppo ne risente. Il gruppo lo sa e dopo Inside Job si lancia in una sorta di piccolo greatest hits comprendente una Rearviewmirror fenomenale, espansa nella parte centrale. “Molto bene” dice Vedder, che a un certo punto indossa una maschera da wrestler argentea che qualcuno del pubblico gli ha passato. Molto bene.

Pistoia è una festa di piazza. E come tutte le feste di piazza ha risvolti scadenti. Il primo problema è il suono: sordo, con un’eco mostruosa, in alcune parti della piazza un lontano rimbombo. Il secondo problema è la presenza di gente che sa a malapena chi sono i Pearl Jam e di un considerevole numero di idioti sotto il palco (ragazzi, “this is not for you”). Lo scenario è comunque splendido e la band riesce a rendere l’esperienza memorabile sia per chi ancora non ha visto, chessò, Mike suonare l’assolo di Even Flow con la chitarra dietro la schiena, sia per chi s’è già fatto quattro date e pensa di averle sentite tutte. Un concertone, insomma, con una scaletta strepitosa comprendente una mezza dozzina di sorprese.

Non solo: Vedder sale sul palco prima dei My Morning Jacket e fa da solo Throw Your Arms Around Me per poi unirsi alla band del Kentucky in It Makes No Difference della Band (a Torino aveva duettato in A Quick One degli Who). Durante Rockin’ In The Free World (notato che i colori citati nel testo diventano “red, white and green”?) si rivede per un attimo il vecchio Eddie, che s’arrampica sull’impalcatura a lato del palco, però no, non si butta. Perché deve tornarci, qui da noi, tutt’intero. “Abbiamo passato una settimana in Italia” dirà a fine concerto “la prossima volta sarà un mese. E magari il resto delle nostre vite”.

IMMAGINE IN CORNICE (2007) | ACQUISTA IL DVD

Data d’uscita: 25 Settembre 2007

Informazioni: 
Immagine in Cornice è un docufilm che racconta i concerti e i dietro le quinte delle cinque date che la band ha tenuto in Italia durante il tour Europeo del 2006. Le città interessate sono Bologna, Verona, Milano, Torino e Pistoia. Immagine in Cornice è stato girato dal noto fotografo, regista e vecchio amico della band Danny Clinch in diversi formati, dal Super 8 all’Hi-Definition. “Immagine in Cornice è un film che volevo davvero fare,” dice Clinch. “La band mi ha invitato in Italia e mi ha dato l’accesso di cui avevo bisogno per mostrare un lato della band che i fan raramente vedono. È diventata anche una collaborazione. La band mi ha dato della musica inedita e Mike è entrato in studio apposta per creare la musica per i commenti sonori. Questo è uno sguardo sui Pearl Jam che nessuno ha mai dato. Un viaggio nell’Italia del Nord insieme alla band, tra il documento e l’astrazione“. Il packaging è arricchito da un libretto di 24 pagine con immagini tratte dal DVD.

Tracklist: Severed Hand (Milano), World Wide Suicide (montaggio da tutte le date), Life Wasted (Torino), Corduroy (Verona), State of Love and Trust (Milano), Porch (Verona), Even Flow (Torino), Better Man (Verona), Alive (Milano), Blood (Verona), Comatose (Pistoia), Come Back (Pistoia), Rockin’ In The Free World [Neil Young] (Pistoia)

Nel DVD sono anche presenti le seguenti canzoni: Lukin (registrata da Ed e Mike in acustico all’Arena di Verona), Immortality (suonata dal solo Vedder in acustico durante il soundcheck di Verona), una composizione inedita suonata da Boom a Pistoia e intitolata Heaven Can You Hear Me Now, poi Donato’s Dance (Vivo), un’interpretazione di Rami Jaffe dei Wallflowers della classica Alive, Pesina Marina (composizione inedita di Rami Jaffe) e Picture in a Frame, la cover di Tom Waits che dà il titolo al DVD, suonata da Vedder a Milano e presente nelle scene finali del DVD. Nei titoli di coda è possibile sentire Love Boat Captain tratta dallo show di Verona.

I Pearl Jam hanno inoltre registrato appositamente per Immagine in Cornice le seguenti canzoni strumentali: Meander #1Meander #2, Frenetic 2 Edit/Abstract e Abstracts/Whale Sounds composte da Mike McCready; Forest Is My Church e Only Cloud In The Sky scritte da Jeff Ament; Transcendent Mental Clarity scritta da Ed Vedder.

Extra
A Quick One While He’s Away
 [The Who, w/ My Morning Jacket] (Torino)
Throw Your Arms Around Me [Hunters & Collectors] (Pistoia)
Yellow Ledbetter (Milano)

Durata 71 minuti
Sottotitoli Italiano, Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo, Portoghese
Formati disponibili DVD | Special pearljamonline.it