Pearl Jam | 06/05/2025 Bridgestone Arena, Nashville, TN

Un viaggio tra rarità, dediche e classici intramontabili.

Opening Act: Teen Jesus and The Jean Teasers

Setlist: Indifference, Lowlight, Elderly Woman Behind The Counter In A Small Town, Scared Of Fear, Why Go, Given To Fly, Dark Matter, Wreckage, Running, Even Flow, Daughter/Another Brick In The Wall Part II (Pink Floyd), Brain Of J., Green Disease, Jeremy, Got To Give, Corduroy, Come Back, Porch

Encore: Keep Me In Your Heart (Warren Zevon), Setting Sun, Do The Evolution, Rearviewmirror, Alive, Baba O’Riley (The Who), All Along The Watchtower (Bob Dylan)

I Pearl Jam hanno fatto il loro grande ritorno a Nashville per la prima delle due date al Bridgestone Arena, regalando al pubblico una serata intensa e piena di momenti speciali.

Dopo il convincente set della band di apertura, Teen Jesus and The Jean Teasers, una rock band australiana nata a Canberra nel 2015 (già support band dei nostri in alcune date australiane dello scorso anno), è stato il momento dei Pearl Jam.

La band è salita sul palco alle 20:49, accolta da un’arena gremita di fan provenienti da ogni parte, come ha sottolineato Eddie Vedder tra una canzone e l’altra. Hanno aperto il concerto in modo inaspettato, con una versione ipnotica di Indifference, seguita da Lowlight e Small Town, creando subito un’atmosfera intima e carica di emozione.

Non sono mancati diversi brani dal loro nuovo album pubblicato lo scorso anno, come Scared Of Fear, Dark Matter, Wreckage e Running, che hanno mostrato la loro forza anche dal vivo, mescolandosi perfettamente ai classici.

Prima di suonare la title track, Eddie ha dedicato la canzone a un locale di Nashville, il DRKMTTR (“Questo sì che è un grande nome”, ha detto Eddie dal palco), elogiando la scena musicale locale.

Tra i momenti più toccanti della serata, la dedica di Daughter a Laura, una fan presente sotto il palco. Eddie ha raccontato la sua storia: quando uscì Vs., Laura era una ragazzina e voleva assolutamente comprarlo a mezzanotte, ma le era stato vietato. Andò a dormire delusa, ma la mattina seguente trovò il CD accanto alla sua ciotola dei cereali: glielo aveva regalato suo padre. Negli anni, quell’episodio era diventato uno dei loro ricordi più preziosi, e dopo la sua scomparsa Laura aveva deciso di onorarlo portando quella memoria con sé al concerto. Eddie le ha dedicato la canzone con commozione, trasformando quel momento in un tributo condiviso da tutta l’arena.

Un momento da veri fan è arrivato con Got To Give: è solo la terza volta che la band la esegue dal vivo nella sua carriera.

Non sono mancati i tributi e gli omaggi: Eddie ha parlato di Jack White, ringraziandolo per la chitarra che gli ha regalato — utilizzata proprio durante Green Disease, dando così al brano un’energia particolare e un legame diretto con Nashville.

Un omaggio tutt’altro che casuale, visto che proprio nella città del Tennessee, nel 2016, i Pearl Jam avevano tenuto un memorabile show intimo al Third Man Records, il negozio e studio di registrazione di proprietà dello stesso Jack White. Un filo che continua a legare la band a uno degli artisti rock più importanti degli ultimi anni.

Poco prima del termine del main set, la band ha suonato anche una struggente Come Back in una versione particolarmente sentita.

Durante l’encore, Eddie ha chiesto al pubblico di accendere le luci dei cellulari per ricordare Shane Herring, surfista recentemente scomparso, prima di una versione acustica e commovente di Keep Me In Your Heart di Warren Zevon.

La setlist ha saputo bilanciare rarità come Brain Of J., Setting Sun, le già citate Green Disease e Got To Give con pietre miliari come Jeremy, Corduroy, Porch, Alive e l’esplosivo finale con Baba O’Riley e All Along The Watchtower, rispettivamente cover degli Who e di Bob Dylan.

Un concerto che ha saputo emozionare, sorprendere e confermare ancora una volta l’incredibile legame tra i Pearl Jam e i loro fan. Ora si guarda già a giovedì, quando la band tornerà sullo stesso palco per la seconda data a Nashville.

La setlist originale del concerto
Poster: Matt Eddmenson