Seconda notte e nuove sorprese: una grande setlist, tra alcuni pezzi poco suonati e ricordi storici. Foto di Matt Streyle (grazie a ConcertPants).
Opening Act: Dead Pioneers
Dead Pioneers set (solo le canzoni con Jeff Ament): Dead Pioneers
Setlist: [Intro Music: Dark Entry] Present Tense, Elderly Woman Behind The Counter In A Small Town, Why Go, Do The Evolution, React, Respond, Wreckage, Dark Matter, Even Flow, Immortality, Dissident, Upper Hand, Corduroy, All Those Yesterdays, Wishlist, Hail, Hail, Better Man/Save It For Later (The English Beat), Porch
Encore: Off He Goes, Black, Rearviewmirror, Leash, Alive, Rockin’ In The Free World (Neil Young, w/ Dead Pioneers), Yellow Ledbetter
Dopo il successo della prima serata, i Pearl Jam hanno regalato ad Atlanta una seconda notte intensa e ricca di momenti speciali, con una scaletta in gran parte cambiata rispetto al primo show, come ormai tradizione nel mondo PJ. Lo spettacolo del 1° maggio alla State Farm Arena ha confermato quanto questa fase del Dark Matter Tour sia vibrante e ispirata.
La serata è cominciata con i Dead Pioneers, la band di apertura che, per l’occasione, ha visto anche la partecipazione straordinaria di Jeff Ament su un brano. Una piccola gemma che ha scaldato il pubblico prima che le luci si spegnessero e partisse l’intro di Dark Entry.
Ad aprire il set dei Pearl Jam è stata Present Tense, una scelta inusuale ma carica di significato. Sebbene il brano sia spesso stato proposto nella parte iniziale dei concerti, è raro che venga utilizzato come opener: è successo solo cinque volte nel corso degli anni, il che ha reso questo momento ancora più speciale.
Il concerto è proseguito con una scaletta solida e ben bilanciata tra classici e pezzi recenti. Eddie Vedder ha scherzato sul fatto di non essersi sentito bene durante la giornata, attribuendolo a “un po’ di pessimo room service… o forse alle notizie che ho visto al telegiornale”. Una battuta amara che ha fatto da ponte per Wreckage e Dark Matter, due dei nuovi brani che continuano a dimostrarsi pienamente efficaci dal vivo.
Durante Better Man, Eddie ha raccontato un aneddoto legato ad Atlanta, sottolineando che l’intro del brano fu registrato proprio ai Southern Tracks Studios della città, insieme a Brendan O’Brien e Nick Didia. Inoltre, nella versione in studio presente su Vitalogy, fu utilizzata una take live della batteria suonata da Dave Abbruzzese ad Atlanta nel 1994, visto che quella registrata in studio non era risultata soddisfacente.
Sempre prima di Better Man, Vedder ha fatto notare che indossava una maglietta con scritto “end gun violence” e ha dedicato la canzone a “Pistol” Pete Maravich, tra applausi e richiami sportivi molto apprezzati dal pubblico.
Uno dei momenti più toccanti è arrivato con All Those Yesterdays, cantata in parte seduto al centro del palco, in un’atmosfera sospesa. Anche qui, da sottolineare che il pezzo di Yield, nel corso degli anni, è stato spesso proposto negli encore e non nel main set.
Poco dopo, Wishlist ha permesso al pubblico di riprendere fiato prima di un finale carico di energia.
Il ritorno in scaletta di Rearviewmirror ha entusiasmato i fan: un pezzo sempre più raro negli ultimi tour, che ha risuonato come un regalo prezioso per chi ama la prima parte della carriera della band di Seattle. Inoltre, va segnalato che nella setlist originale era presente Setting Sun, messa da parte a favore di Leash, qui alla sua prima uscita in questo tour: una sorpresa che ha mandato in delirio i fan più hardcore.
Nell’encore, Eddie ha augurato buon compleanno a un fan (Chad, 50 anni), ringraziato il dottor Matt Jaffe e ricordato il sempre grandissimo Mookie Blaylock. Il finale è stato un’esplosione emotiva con Leash, Alive, Rockin’ In The Free World e Yellow Ledbetter, che ha chiuso la serata con la sua consueta malinconica dolcezza. Durante la cover di Neil Young, sono saliti sul palco anche i Dead Pioneers, qui alla loro ultima apparizione come opening act dei Pearl Jam in questo Dark Matter Tour 2025.
Ancora una volta, i Pearl Jam hanno confermato di saper toccare corde profonde e universali, mescolando vecchio e nuovo, momenti intimi e scoppi di energia, lasciando il pubblico di Atlanta commosso, appagato e con un desiderio ancora più forte di seguirli ovunque.



Nasce nel 1980 a Reggio Emilia. Crea pearljamonline.it nel 2001 e scrive la prima edizione di “Pearl Jam Evolution” nel 2009 insieme alla moglie Daria. Dal 2022, conduce due podcast: “Pearl Jam dalla A alla Z” e “Fuori Orario Not Another Podcast”. Ha collaborato con Barracuda Style, HvsR, Rolling Stone, Rockol e Il Fatto Quotidiano. Continua imperterrito a tentare di trovare “belle melodie che dicono cose terribili”.
Canzone preferita: Present Tense
Album preferito: No Code
Artisti o gruppi preferiti oltre i PJ: Tom Waits, Soundgarden, Ramones, Bruce Springsteen, IDLES, Fontaines D.C., The Murder Capital, Dead Kennedys, Mark Lanegan, Cat Power, R.E.M.