Nove stelle ancora luminose, i Pearl Jam ricordano Roskilde

Sono passati venticinque anni dalla tragedia di Roskilde. Venticinque anni da quella notte in cui la musica si è fermata. Ma anche venticinque anni di memoria, di amore, di dolore trasformato in presenza. E i Pearl Jam, come ogni anno, non dimenticano.

Quest’anno, il ricordo si è fatto ancora più intenso. Il 30 giugno, la band ha pubblicato sui propri canali ufficiali un video toccante: una versione live di Love Boat Captain, registrata al Madison Square Garden di New York durante il Dark Matter World Tour 2024. La performance è potente, sentita, quasi solenne. La canzone, già di per sé intrisa di significato – “Lost nine friends we’ll never know, two years ago today” – risuona oggi con un peso diverso, amplificato dal tempo e dalla consapevolezza. Venticinque anni dopo, quelle nove stelle brillano ancora nel cuore della band e dei fan.

A rafforzare questo tributo è arrivato anche un post silenziosamente straziante di Jeff Ament. Su Instagram, il bassista ha pubblicato la copertina del singolo natalizio del Ten Club del 2000, quella con le nove stelle – simbolo dei ragazzi che hanno perso la vita al festival danese. La didascalia è breve ma tagliente: “❤️ can’t be said enough.”

Un cuore. Un messaggio che non ha bisogno di spiegazioni. Il dolore, la gratitudine, l’amore: tutto in una frase.

Non è solo un anniversario. È una ferita che non si chiude, ma che ogni anno viene curata con musica e memoria. Love Boat Captain non è mai stata solo una canzone. È un rito, una preghiera laica, un ponte tra chi è rimasto e chi non c’è più. E ogni volta che viene suonata, quei nove nomi – mai pronunciati pubblicamente, ma impressi per sempre – tornano a vivere, almeno per un istante.

I Pearl Jam non hanno mai cercato di trasformare quella tragedia in spettacolo. Ma hanno sempre scelto la via del rispetto, dell’introspezione, della testimonianza. E questo anniversario, il venticinquesimo, lo conferma con due gesti semplici e profondi: una canzone e un’immagine.

Perché ci sono cose che non si possono dire abbastanza.
E l’amore è una di queste.