“È questa la sera giusta?” Ed Vedder chiede a Stone Gossard di cantare

Tra battute, provocazioni e affetto fraterno, anche a Nashville si rinnova il siparietto che da due decenni diverte i fan dei Pearl Jam.

Foto: Patrick Bell

Certe cose non cambiano mai, per fortuna. Come l’irresistibile dinamica tra Eddie Vedder e Stone Gossard, capace di regalare momenti tanto importanti (come la scrittura di alcune delle più note e amate canzoni dei Pearl Jam) quanto genuinamente esilaranti.

L’ultima perla in ordine cronologico? Nashville, 8 maggio 2025, Dark Matter Tour.

Siamo quasi alla fine del set, l’atmosfera è calda, le emozioni pure. Eddie si prende una pausa per parlare al pubblico, come fa spesso. Racconta del legame con la città, della magia della serata… e poi succede: qualcuno tra il pubblico chiede a Stone di cantare. Let Stone Sing, ricordate?

Apriti cielo. Vedder si gira, punta il dito (con affetto) verso la platea e parte la scenetta: “Chi pensate che impedisca a Stone Gossard di cantare? Io? Proprio io? Ed? Che pensiero ridicolo!

La folla ride, Stone sorride imbarazzato, ed Eddie rincara: “Glielo chiedo ogni sera… va bene, una volta a settimana… ok, ok,” continua sorridendo, “una volta a tour.

Poi, guardando Stone, aggiunge: “È questa la sera giusta?”. E infine, con un sorriso, la stoccata finale: “Grazie, sconosciuto tra il pubblico, per averci fatto litigare a cinque concerti dalla fine del tour.

Un momento perfetto, a metà tra scenetta comica e affetto fraterno, che non è certo un unicum nella storia della band. Anzi, per i fan più attenti, è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di momenti divertenti tra Eddie e Stone.


La leggenda di Let Stone Sing

Negli anni, il tormentone Let Stone Sing è diventato un vero e proprio inside joke tra band e fan.

Indimenticabile, ad esempio, l’episodio del 26 giugno 2014 a Berlino, quando il coro partì forte e chiaro dagli spalti tedeschi, strappando sorrisi a tutta la band.

Ma la volta più storica resta la prima: 12 settembre 2005, a London, Ontario. Esattamente vent’anni fa.

La band sta per attaccare Elderly Woman Behind the Counter in a Small Town, Eddie scandisce il canonico “one-two-three-four”… ma si ferma subito, ridendo. Ha notato due ragazzi sugli spalti con uno striscione che recita: Let Stone Sing. Il pubblico capisce al volo e parte spontaneamente il coro. La band lo segue, improvvisando un accompagnamento musicale. Alla fine, Eddie ride: “No, non canterà mai! Non può farlo!”.

Poi aggiunge: “Pensate che ci sia qualcuno che non lo lascia cantare? È quello il senso dello striscione? Stone Gossard può cantare quando vuole, in qualsiasi momento lui voglia, su questo palco. È lui che sceglie di non farlo… perché sta aspettando un pubblico che se lo meriti, a quanto pare.

Stone prende la parola e chiude il siparietto con una battuta memorabile:
In realtà, quello che ho sempre desiderato fare è ballare. Quindi stanotte mi esibirò, ma più tardi, dopo lo show.


PJ20: “No Way? No Way!

Basta tornare anche al mitico PJ20 Festival del 2011, ad Alpine Valley, quando i Pearl Jam celebrarono i loro primi vent’anni di attività. Dopo le intense ballate Just Breathe e Nothingman, arrivò un altro sketch tra i due frontman (sì, Stone è un frontman quando vuole, anche se lo vuole raramente).

Doveva toccare a No Way, una canzone composta proprio da Gossard. Ma Stone, con la sua classica modestia, propose di saltarla per far spazio a una cover dei PIL Eddie non ci pensò due volte e lo bloccò: “Aspetta un attimo, saltiamo la tua canzone per suonare Public Image? No, no, no. No Way, Stone. Proprio no way.

Un gioco di parole perfetto. Risate sul palco e tra il pubblico. Poi, ovviamente, la band suonò No Way.


La formula perfetta

La chimica tra Vedder e Gossard è uno degli ingredienti segreti della longevità dei Pearl Jam. Eddie è il passionale, il frontman per eccellenza, quello che si buttava dal palco e ora si lancia in lunghi monologhi. Stone è l’architetto sonoro, il compositore silenzioso, il fondatore della band che preferirebbe starsene in disparte – se solo Eddie glielo permettesse.

Eppure, quando questi due si punzecchiano sul palco, emerge tutta la loro storia: fratellanza, ironia, rispetto reciproco. Una miscela che ha tenuto unita la band per oltre tre decenni. E se ogni tanto Gossard finisce sotto i riflettori controvoglia, beh… per noi è solo un regalo in più.

Prossimo passo? Una petizione per far cantare Stone almeno una volta per tour. Titolo della campagna? “È questa la sera giusta?”