L’unico ex batterista a non essere mai tornato sul palco con la band racconta perché: “I primi 15 minuti sarebbero abbracci. Poi diventerebbe tutto brutto molto in fretta.”
Gli ex batteristi dei Pearl Jam hanno sempre mantenuto un legame con la band.
Dave Krusen, il batterista che suona su Ten, si è riunito con i Pearl Jam all’epoca della loro introduzione nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2017 e, più recentemente, nel 2022, è tornato ad aiutarli quando Matt Cameron è stato costretto a fermarsi dopo aver contratto il COVID-19.
Matt Chamberlain, che ha suonato per alcuni mesi nel 1991 e appare nel video ufficiale di Alive, era presente tra il pubblico della Hall of Fame e, dal 2020, è il batterista dei Painted Shield, il progetto parallelo di Stone Gossard con Mason Jennings e Brittany Davis.
Jack Irons – colui che, nel 1990, consegnò a Eddie Vedder la celebre cassetta con le tracce di Stone Gossard e Jeff Ament, contribuendo alla nascita dei Mookie Blaylock – è stato il batterista ufficiale della band dal 1994 al 1998, suonando negli storici No Code e Yield. Dopo la sua uscita, è tornato più volte a esibirsi dal vivo con i Pearl Jam, a partire dal Riot Act Tour del 2003.
Tutti gli ex batteristi dei Pearl Jam, quindi, hanno in qualche modo continuato a collaborare con la band.
Tutti, tranne uno: Dave Abbruzzese.
Spesso anche voi – voi che state leggendo questo articolo proprio ora – ve lo siete chiesto: c’è una possibilità che Abbruzzese torni a suonare con il gruppo, anche solo per qualche canzone?
“Ogni volta che vado su internet e sento parlare del tuo nome, è sempre: Dave Abbruzzese dovrebbe tornare nei Pearl Jam. È qualcosa che potrebbe mai succedere per un fan come me?” chiede un ragazzo nel video pubblicato dal canale YouTube 2020d.
A questa domanda, posta con entusiasmo, Dave Abbruzzese – storico batterista dei Pearl Jam dal 1991 al 1994 – ha risposto con una sincerità disarmante: “Non riesco a immaginarlo. Non spetterebbe a me decidere, ma a questo punto non riesco a immaginarlo. I primi 15 minuti sarebbero abbracci, certo, ma poi inevitabilmente arriverebbero le domande su royalty, percentuali… e diventerebbe tutto brutto molto in fretta.”
Un’ammissione che, se da un lato delude chi spera ancora in una riconciliazione, dall’altro mostra quanto profonde siano le ferite lasciate da una separazione mai davvero chiarita.
Abbruzzese è stato parte integrante della fase più esplosiva della carriera dei Pearl Jam, contribuendo a Vs. e Vitalogy, due album che hanno segnato un’epoca. Tuttavia, il suo allontanamento dalla band nel 1994 resta uno dei capitoli più controversi della loro storia. Le divergenze personali e professionali, mai completamente spiegate, hanno scavato un solco difficile da colmare – come lui stesso lascia intendere con amarezza.
Nonostante l’affetto che i fan continuano a dimostrargli – al punto da rendere la sua assenza dalla Rock and Roll Hall of Fame un tema ancora dibattuto – le parole di Dave sembrano mettere la parola fine a ogni illusione. Non si tratta solo di ferite aperte, ma di dinamiche complesse: questioni legali, economiche e, con tutta probabilità, emotive.
Non lo sapremo mai con certezza. Ma dopo queste dichiarazioni, appare difficile immaginare una reunion, anche solo per un paio di canzoni dal vivo. Eppure… chi può dirlo, dopotutto?
In un mondo in cui Axl Rose e Slash hanno fatto pace, in un universo in cui – tra qualche mese – gli Oasis torneranno ad esibirsi insieme, è davvero così assurdo pensare che Dave possa tornare, anche solo per una manciata di canzoni? Magari tra dieci anni, in una data dei Pearl Jam in Texas. Magari quando Vs. compirà quarant’anni. Magari durante un encore dedicato a Go, Animal, W.M.A. e Blood.
Mai dire mai. Il rock, in fondo, ce lo insegna.

Nasce nel 1980 a Reggio Emilia. Crea pearljamonline.it nel 2001 e scrive la prima edizione di “Pearl Jam Evolution” nel 2009 insieme alla moglie Daria. Dal 2022, conduce due podcast: “Pearl Jam dalla A alla Z” e “Fuori Orario Not Another Podcast”. Ha collaborato con Barracuda Style, HvsR, Rolling Stone, Rockol e Il Fatto Quotidiano. Continua imperterrito a tentare di trovare “belle melodie che dicono cose terribili”.
Canzone preferita: Present Tense
Album preferito: No Code
Artisti o gruppi preferiti oltre i PJ: Tom Waits, Soundgarden, Ramones, Bruce Springsteen, IDLES, Fontaines D.C., The Murder Capital, Dead Kennedys, Mark Lanegan, Cat Power, R.E.M.