I making of dei DVD dei Pearl Jam

Making Videos on Their Own Terms

Apple.com | Aprile 2004

By Bija Gutoff
Traduzione a cura di Daughter1209

“I Pearl Jam hanno sempre fatto le cose a modo loro”, dice il manager della band, Kelly Curtis, “e hanno sempre messo i fan come prima priorità”. Noti come i fondatori anti-mainstream del grunge, la band di Seattle ha dimostrato la sua indole alternativa dal 1990. Le case discografiche (specialmente la Sony) e le cause (la più famosa quella contro Ticketmaster) sono venute e andate, mentre i Pearl Jam si sono attaccati alla ruvida indipendenza della loro voce hard rock.

I Pearl Jam – Jeff Ament (bassista), Matt Cameron (batterista), Stone Gossard (chitarrista), Mike McCready (chitarrista) e Eddie Vedder (voce, chitarra) – si sono opposti a ogni tentativo delle grandi società.
La band ha resistito a qualsiasi pubblicità, incoraggiato la produzione di bootleg, tenuto i prezzi dei biglietti bassi, ha generosamente fatto molti concerti di beneficienza, ha dichiarato apertamente le sue idee politiche e schivato la macchina del music business.

“Sono molto protettivi riguardo a ciò che viene dato al consumo di massa,” dice Steve Gordon. E riguardo alle produzioni visuali, “i Pearl Jam non sono mai stati particolarmente interessati a realizzarne”. È per questo che la piccola ‘macchina Apple’ – piccole DVCAM con Final Cut Pro, DVD Studio Pro e ProTools su Power Mac e PowerBooK – ha fatto accogliere al gruppo con entusiasmo l’idea dei video.

CHILOMETRI DI MATERIALE

Per anni la band ha filmato ogni show; avevano tantissimo materiale ma nessun modo per utilizzarlo. “Stavo archiviando il materiale e speravo che un giorno avremmo potuto farci qualcosa”, dice il videografo Kevin Shuss, “senza doverci rivolgere a qualche avida ditta di post-produzione e spendere un sacco di soldi per aggiustare immagini e audio”.

Poi qualche membro della crew ha messo le mani sulle tecnologie Apple, e poco dopo i Pearl Jam stavano facendo i loro propri video musicali. “Con Final Cut Pro e DVD Studio Pro,” dice Shuss, “abbiamo creato tre DVD che mostravano i Pearl Jam in concerto, in un modo in cui la band è felice di presentare il prodotto al pubblico. Questi programmi permettono aun piccolo gruppo di registi di mettere insieme un prodotto di qualità professionale”.

Kelly Curtis: “Non credo che ci sarebbero stati tre DVD dei Pearl Jam se non fosse stato per questo tipo di tecnologia. Dà la possibilita alla gente di fare da sola quello che prima era costretta a dare in mano a degli esperti”.

NO AI FUOCHI D’ARTIFICIO

Gli esperti non sarebbero benvenuti su un palco dei Pearl Jam. “Loro credono davvero nella purezza della loro musica”, spiega Gordon. “È per questo che non vanno in tour con 15 camion per scenografia e pirotecnia. Solo la band e le luci. Lo tengono molto semplice perché vogliono che tutto ruoti solo intorno allla musica e alle persone. Avere gente che gira per il palco con telecamere appese a gru e cavi… non è proprio il loro stile”.

Non c’è bisogno di tutta quella roba. “Noi usiamo piccole telecamere da 3 chip e filmiamo quasi tutto a mano”, dice Shuss. “E tre di noi possono filmare ogni concerto senza l’ausilio di grandi crew e di tutte le cose che intralcerebbero il vero grande show: la musica”, aggiunge Gordon. “Gli strumenti che usiamo piacciono alla band. Possono avere una registrazione visiva dello show senza rovinare l’esperienza a loro stessi e al pubblico”.

In modo altrettanto importante, è tutto gestito dal team di casa. “Questa tecnologia ha dato la possibilità ai membri della crew di aggiungere al loro già colmo piatto”, dice Curtis, “tre bellissimi film che riflettono la band e le sue esperienze live”.

SOLO IL NOSTRO TEAM

Prima di tutto, dice Curtis, “Non abbiamo dovuto cambiare nulla. Non c’è stata alcuna intrusione: solo il nostro team che filmava il nostro team”. Per una band che si cura cosi tanto delle influenze esterne, è una cosa cruciale. “Siamo parte della famiglia, gente di cui si fidano”, dice Gordon. “Perciò, anche se Kevin era il nostro unico videografo quando abbiamo cominciato, la cosa ha funzionato perché gli strumenti erano cosi accessibili che tutti potevano usarli”.

Quando non è occupata col suo abituale lavoro come assistente di Curtis, Liz Burns afferra la DVCAM e riprende. “La band non voleva avere una film crew separata”, racconta Liz. “E non volevano neanche posizionare le luci e dover stare in un certo posto perché il video venisse bene. Vogliono solo fare un grande show e non preoccuparsi del loro aspetto. Usare le DVCAM e gli strumenti Apple ci ha dato la possibilità di passare inosservati. Abbiamo potuto riprendere ciò che la band stava creando senza dar fastidio ai fan o rovinare lo show”.

Parte 2: Creare ed Editare DVD in Tour

“La natura modulare di Final Cut Pro ci ha dato più flessibilita in fase di post-produzione,” spiega Brett Eliason, un altro membro del team. “Steve non ha dovuto noleggiare un seguito per il montaggio, così ha potuto lavorare mentre eravamo in tour”.
Eliason descrive un tipico scenario: “Mi ricordo di un cut che Steve montò per la canzone ‘Bushleaguer’. Io ho mixato l’audio a casa e messo la versione finita sul FireZire drive. Poi Steve ha completato il montaggio in tour. Era in grado di lavorare con la band durante le pause tra uno show e l’altro. Steve mi ha portato un filmato QuickTime per importare e conformare l’audio, poi ha preso il mio audio esportato e ha creato un master per il video – e abbiamo fatto tutto questo dopo il soundcheck, durante una riunionein Australia”.

WORKS IN PROGRESS

“Usare DVD Studio Pro ci rende possibile creare DVD mentre siamo in tour”, dice Shuss, “così la band può suggerire cambiamenti in fase di creazione”. Eliason aggiunge: “Dare alla band un DVD funzionanate è un’opzione semplice e potente. L’artista può vedere e sentire il suo prodotto esattamente come verrà confezionato per l’uscita”.

Final Cut Pro e DVD Studio Pro formano un duo che si addice alle necessità dei Pearl Jam. “Possiamo realizzare un prodotto professionale in qualsiasi posto”, dice Gordon. “Lo usiamo in ufficio, in magazzino, nei camerini, in pullman. Ovunque la band ci chieda: ‘Posso vedere la canzone di ieri?’, io dico ‘Certo, eccola qui’. Questi prodotti sono così accessibili, e la qualità è così alta”.

PRIMO DVD: TOURING BAND

Al lavoro. Quando non è impegnata col suo consueto lavoro di assistente del manager della band, Kelly Curtis, Liz Burns imbraccia una DVCAM e filma il concerto.

Il primo DVD fatto in casa dei Pearl Jam è Touring Band, una compiliation dei pezzi migliori del tour del 2000. Il DVD include 28 canzoni da 15 città. “Sembrava il set ideale”, dice la Burns. “Alla gente piace il formato perché ci sono riprese da tutto il paese. Loro dicono ‘questo è lo show che ho visto a St. Louis!'”.

Il progetto, ammette la Burns, è stato un’esperienza istruttiva. “È stato molto spontaneo”, ricorda. “La Sony mi ha dato una videocamera e mi ha chiesto di filmare qualche canzone ogni sera, così che potessero mettere dei clip di 30 secondi sul loro sito. Kevin ha filmato come al solito, e Steve, che allora era uno dei ragazzi delle luci, ricevette anche lui una videocamera”.

“Poi quando noi tre ci siamo ritrovati col materiale che avevamo ripreso, abbiamo deciso di fare qualcosa di più di quelle 30 clip. Sapevamo che la band registrava ogni concerto con un ottimo audio per i bootleg e Steve aveva una buona conoscenza di Final Cut Pro. Così abbiamo fatto una proposta che è stata presentata alla band”.

Aggiunge la Burns: “Sono stati molto disponibili e curiosi! Perché non avevano idea che fossimo dei filmaker professionali. Final Cut Pro è stato un pezzo fondamentale del puzzle. Non avremmo mai potuto creare qualcosa senza. Così abbiamo iniziato a unire le clip e le canzoni e a mostrare loro cosa potevamo fare con la tecnologia Apple, ed erano molto eccitati”.

TUFFARSI NEL DVD

Fare DVD dei concerti è congeniale alla filosofia della band. “I Pearl Jam danno la possibilità di registrare i loro show”, spiega la Burns. “I fan possono portare dei registratori, purché siano di dimensioni ridotte e con un microfono interno. Ma hanno pensato che facendo dei DVD dei loro concerti avrebbero potuto offrire ai fan un bootleg con un grande audio, dove si potesse vedere anche l’intero show”.

Dato che l’idea era nata “on the road”, il DVD è stato chiamato Touring Band ed è anche stato creato “on the road”. “Quando la band ci ha detto di farlo, abbiamo modificato l’entrata del loro pullman e abbiamo creato una nuova postazione per il video vicino all’impianto ProTools di Brett”, dice Gordon. “Abbiamo montato sul PowerMac un Cinema Display. Facevamo il montaggio mentre il pullman si spostava. Quando siamo tornati a Seattle, abbiamo montato un altro sistema nel magazzino per finirlo”.

Parte 3: Un Concerto/Documentario Non Convenzionale 

SECONDO DVD: SHOWBOX

Il secondo video musicale, “Showbox” – chiamato così per il club di Seattle dove i Pearl Jam si sono esibiti nel tour del 2003 – è stato programmato poco più del primo. “Abbiamo scoperto che avremmo dovuto filmare il giorno prima dello show”, ride Liz Burns.

“Ma”, continua, “avevamo imparato molto dal Touring Band. Non avevamo alcuna forma di comunicazione tra noi tre mentre filmavamo, così abbiamo deciso di posizionare strategicamente le telecamere. Conoscevamo la musica molto bene, e abbiamo capito come la band vuole essere vista. Così abbiamo potuto programmare: Jeff salta in quel dato momento, come fa sempre, e uno di noi va da lui con la telecamera. Abbiamo capito come riprendere dai nostri punti di vista, così invece di filmare Eddie tutti nello stesso momento, abbiamo avuto più varietà nelle riprese”.

La tecnologia si è modificata da Touring Band, dando agli editor piu mobilità. “Questa volta ognuno di noi aveva un PowerBook e 12 FireWire drive”, dice Gordon. “Ho unito i drive e messo l’intero progetto sul mio per il montaggio. La differenza rispetto al primo progetto era impressionante. Abbiamo sistemato tutto lo Showbox su un PowerBook”.

“Abbiamo svolto un po’ del lavoro sul pullman, e tenevamo il necessario in una valigia”, aggiunge Gordon, “così quando arrivavamo in un’arena cercavamo un camerino vuoto, montavamo tutto velocemente, e passavamo il pomeriggio a sistemare il lavoro”. Il lavoro sulla strada era giunto al passo finale. “Siamo stati in grado di finire tutto in poco tempo”, dice Liz Burns, aggiungendo incredula, “Steve ha completato il lavoro in due settimane”.

TERZO DVD: LIVE AT THE GARDEN

Come “Showbox”, “Live at the Garden” documenta un singolo concerto. “Volevamo che avesse il ritmo naturale di un concerto dei Pearl Jam”, dice Gordon. “Così abbiamo lavorato sull’audio cercando di trovare il miglior tempo di pausa tra una canzone e l’altra”.

Gordon ha affinato la sua abilità, imparando a fare correzioni nel colore con Final Cut Pro. “Questa volta avevamo tutti la stessa marca di videocamera”, dice, “così il risultato finale era più armonizzato. Ma una delle videocamere era stata posizionata sopra il soundboard e a causa della distanza il colore non andava bene. Così adesso, invece usare una stanza online (?), ho potuto fare la mia correzione del colore personalizzata. È stato magnifico, perché sedersi dietro un altro editor e guardare da dietro le sue spalle non è certo come farlo per conto proprio con lo stesso programma che hai sempre usato”.

Con la giusta telecamera in mano, un editor è in grado di filmare in frame mode. “Re-intreccia il segnale nella telecamera”, spiega Gordon. “Così puoi avere un formato più omogeneo e un aspetto più cinematico. C’erano 7 videocamere che riprendevano su 2 nastri per tutti e 72 gli show (un totale di 1008 nastri) e questo ci ha fatto risparmiare molto tempo nel convertire i vari formati”.

Il team è stato addirittura capace di inserire degli extra. “Final Cut Pro e DVD Studio Pro sono stati integranti nel realizzare gli extra come l’uovo di pasqua che abbiamo messo in Live at the Garden”, dice la Burns. “Volevamo farlo per Touring Band, ma allora non sapevamo come”. Hanno fatto molto progressi da quando hanno iniziato.
Mentre svolgevano il loro lavoro abituale, l’editor Steve Gordon, l’assistente Liz Burns e il videografo Kevin Shuss hanno completato le riprese e il montaggio e Brett Eliason si è occupato del sonoro, questo per i tre DVD dei Pearl Jam.

BATMAN… SUPERMAN… E I PEARL JAM

Con i loro video musicali, come con tutto quello che questa band totalmente indipendente fa, i Pearl Jam riescono a seguire la loro strada. Come scrive Eddie Vedder tra le note del primo video, “Ciò che troviamo più eccitante è l’anti-tradizionale. Quello che stai vedendo sono in pratica tre persone della crew che finivano il loro lavoro entro l’inizio dello show, poi prendevano le videocamere e diventavano un team di documentaristi. Faceva molto Bruce Wayne o Clark Kent…”

Il normale ragazzo travestito da supereoe: è l’immagine appropriata per una band che ha mantenuto il suo cuore puro, ha affrontato il cattivo e ha vinto.

Video Editing Toolkit

  • One dual-processor Power Mac
  • Three 15-inch PowerBooks
  • One 23-inch Apple Cinema Display
  • One 20-inch Apple Cinema Display
  • One iPod
  • Five Canon GL2 mini-DVcams
  • Two Canon XL-1 mini-DVcams
  • 12 LaCie FireWire drives
  • One set Roland MA-8 stereo micro monitors
  • Three Sony DSR-20 DVCAM digital videocassette recorders
  • Three Sony PVM-8042Q video monitors
  • Mac OS X
  • Final Cut Pro
  • DVD Studio Pro

Music Video Workflow

Etica Do It Yourself. “Per quanto riguarda le cose visuali, i Pearl Jam non hanno mai avuto interesse a lasciar fare le cose alla grande macchina,” dice il video editor Steve Gordon.

Steve Gordon descrive ogni passo nella realizzazione di un video musicale. “Prima decidiamo quale performance è ben suonata, una in cui l’atmosfera, la location, la canzone possono essere qualcosa che la band vorrebbe utilizzare. Poi digitalizziamo tutti i nastri su unità FireWire. Prendiamo il mix audio grezzo da Brett. Di solito uso il mio iPod per questo”.

Poi si dedica a Final Cut Pro. “Metto l’audio sulla traccia audio base. Prendo tutti i video e scelgo qualcosa per sincronizzare video e audio – come il tiro costante del batterista. Metto le altre sette tracce di filmati sopra a quello. Poi posso trovare i punti sulle riprese della batteria per abbinare l’audio. Lo sincronizzo visivamente con quello che sento”.

Gordon continua, “Poi chiudo tutte le tracce. Modifico la traccia principale usando la funzione Match Frame. Questa è la cosa più importante per me in fase di montaggio: posso accelerare in avanti, saltando i tagli grezzi molto velocemente. Vado avanti e cerco le riprese o le immagini che funzionerebbero musicalmente, e dove sembra che la ripresa deve cambiare. Quando il taglio grezzo è fatto, esportiamo in DVD Studio Pro. Masterizziamo i dischi, li mandiamo alla band, attendiamo i loro commenti al telefono, apportiamo le modifiche, e facciamo un altro giro. Quando arriviamo alla fine del processo, Eddie arriva e passa in rassegna tutto per assicurarsi che sia tutto ok”.