Intervista a Jack Irons

Jack Irons (Los Angeles, 18 luglio 1962) è un batterista e compositore statunitense, famoso per aver suonato in gruppi come Red Hot Chili Peppers (di cui è stato uno dei membri fondatori), Pearl Jam (dal 1994 al 1998) ed Eleven.

Ha anche lavorato con Joe Strummer and The Latino Rockabilly War, i Redd Kross, i Raging Slab, Spinnerette e The Les Claypool Frog Brigade. Nel 2004, Jack Irons pubblica il suo primo album solista, Attention Dimension. Il 24 Agosto del 2010 è uscito il suo secondo disco solista, No Heads Are Better Than One.

www.jackirons.com

Ciao Jack e grazie per averci concesso questa intervista, è molto carino da parte tua e ci sentiamo onorati.
Sei stato il primo batterista dei Red Hot Chili Peppers, hai fatto un disco e un tour con il compianto Joe Strummer e sei stato il batterista dei Pearl Jam dal 1994 al 1998. Questa è solo una piccola lista di ciò che hai fatto. Parlaci un po’ dei tuoi inizi nel mondo della musica.

Il mio primo interesse verso la musica è nato nel momento in cui vidi una batteria nella vetrina di un negozio di strumenti, pensai subito “La devo avere”. Ho conosciuto Hillel [Slovak, 1962-1988, primo chitarrista dei Red Hot Chili Peppers] quando avevo 13 anni e abbiamo iniziato a prendere lezioni di musica insieme, poi qualche mese più tardi abbiamo cominiciato a suonare con Alain Johannes. Questo è stato il vero nucleo dei miei inizi nel mondo della musica. Alcuni anni dopo abbiamo iniziato a suonare con Flea.

La leggenda narra che sei stato tu a mettere in comunicazione Gossard e Ament con Vedder nel 1990, passando la famosa cassettina con i demo di Gossard a un giovane Eddie. Ci sono molte versioni che circolano su questa storia. Raccontaci come sono andate veramente le cose.

Mi ricordo di un incontro con Stone e Jeff in un hotel di Los Angeles. Stavano per formare una nuova band e mi chiesero se ero interessato a suonare con loro. Non ero pronto ad andare a Seattle e a iniziare una nuova vita lì e inoltre avevo anche alcuni impegni con altre band per dei tour. Mi diedero il demo con la loro musica, c’era Matt Cameron alla batteria e mi chiesero di ascoltarlo e magari passarlo a qualche cantante di mia conoscenza. Così lo diedi a Eddie. Partii per un tour di tre mesi con i Redd Kross e circa un mese dopo seppi che Eddie era andato a Seattle a suonare con loro.

Prima di entrare nei Pearl Jam, Eddie a San Diego suonava con i Bad Radio, una band che si rifaceva al sound dei Red Hot Chili Peppers unito a un certo gusto per la new wave e il punk. Li hai mai visti in azione? Se sì, cosa ti ricordi dei live dei Bad Radio?

Ho visto Eddie suonare con una band in quel periodo, non so se fossero proprio i Bad Radio. Ricordo di aver pensato che aveva una grande voce. Non ricordo molto di più ma li vidi suonare solo quella volta.

Nel 1994 i Pearl Jam ti hanno chiamato chiedendoti di unirti a loro. Come sono andate esattamente le cose?

In realtà nel 1994 mi giunse voce che stavano di nuovo cercando un batterista, così telefonai a Eddie e gli chiesi se potevo suonare con loro. A quel punto avevano già provato un paio di batteristi, ma fui fortunato e ottenni l’ingaggio.

Quando entrasti nei Pearl Jam, Vedder disse: “Avrebbe dovuto essere così sin dall’inizio”. Condividi questo suo pensiero oppure pensi che sia stato meglio per te entrare nella band in un secondo momento?

Guardando indietro penso che per me sia stato meglio entrare un po’ più tardi nella loro carriera. I loro inizi sono stati così esplosivi e frenetici che la cosa avrebbe potuto essere difficile da gestire a quel punto della mia vita.

Hai suonato in due dischi più amati dai fan dei Pearl Jam, “No Code” e “Yield”. Che aria si respirava nei Pearl Jam in quegli anni?

È stato un periodo divertente. Penso che per la maggior parte del tempo ci siamo divertiti molto a suonare insieme. Sono molto felice di aver avuto quegli anni con loro.

Tra i fan dei Pearl Jam c’è sempre stata una ricerca di rarità e pezzi inediti mai pubblicati ufficialmente dalla band. Nel 2012 i dischi ai quali hai preso parte verranno ristampati. Ricordi qualche canzone che è ancora inedita incisa tra il 1994 e il 1998?

Non ricordo, ma forse sorprenderanno anche me.

Nel 1995 hai accompagnato Neil Young in tour insieme ai Pearl Jam, e avete anche inciso un disco insieme a lui. All’epoca delle registrazioni di “Mirror Ball”, Neil ti definì un musicista “incredibile.” Disse che avevi “sputato sangue in ogni singola take di ogni session,” e aggiunse, “Non potrei dirne bene abbastanza”. Che ricordi conservi di quella grande esperienza?

È stata un’esperienza incredibile suonare con lui e fare parte di quel progetto. È uno dei miei artisti preferiti quindi ero onorato di suonare la batteria con lui, sulla sua musica.

Noi di pearljamonline.it pensiamo che tu sia il batterista che ha capito meglio di tutti i Pearl Jam. È solo un nostro parere chiaramente. Nel corso degli anni i membri della band hanno parlato di te come di un’ancora di salvezza in un periodo in cui non sempre riuscivano a comunicare tra di loro. Stone una volta ha detto: “La personalità di Jack, la sua maturità e generosità ci hanno davvero aiutati a comunicare tra di noi”. Cosa ne pensi?

Penso che ogni batterista dei Pearl Jam abbia avuto un ruolo importante. Credo che nel momento in cui mi sono unito al gruppo la mia personalità fosse giusta per la loro situazione e sono grato per questo.

Nel 2004 e nel 2010 hai pubblicato due album solisti (entrambi disponibili su www.pearljam.com). Nel tuo primo disco, “Attention Dimension” compaiono Ament, Gossard e Vedder. Com’è nata questa collaborazione e che ricordi hai di quelle sessions?

Quegli anni sono stati un periodo di grande transizione personale per me. “Attention Dimension” per me ha rappresentato un processo creativo in mezzo a un sacco di cambiamenti di vita e la ricerca della crescita personale. È stato davvero bello che tutti i miei vecchi amici mi abbiano aiutato a sostenere quel processo contribuendo a quel disco.

Nel 2007 hai tenuto un set all’Hullabaloo Festival di Los Angeles insieme a Vedder e a Flea. Ci sono possibilità che questa estemporanea collaborazione si concretizzi in qualcosa di più? Ne avete più parlato successivamente?

È stato un grande show e ci siamo divertiti molto. All’epoca avevamo preso in considerazione di fare qualcos’altro insieme ma ancora non si è presentata l’occasione.

Quest’anno si celebrano i vent’anni dei Pearl Jam. Uscirà un film intitolato “Pearl Jam Twenty” diretto da Cameron Crowe. Hai preso parte al film? Prenderai parte a qualche concerto celebrativo della band?

Al momento non sono stato coinvolto nelle riprese del film, però ho fatto un’intervista per il libro.

Sei davvero un grande Jack. Eri e rimarrai per sempre il nostro batterista preferito dei Pearl Jam (non ce ne vogliano gli altri!). A presto e buona fortuna per tutto.

Statemi bene!